Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
156 | rime varie |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfieri - Rime scelte, Sansoni, 1912.djvu{{padleft:184|3|0]]
5 Io stesso poi, presso a quell’alme oneste
Luci sue, la cui vista il duol disgrava,
In muta gioja tacito mi stava
Ben anni, quasi a dire altro non reste.[1]
9 E sí pur mai non è Letizia, meno
Che il sien le Cure, garrula loquace;[2]
Mal cape[3] anch’ella entro all’umano seno.
12 Dunque, or perché la lira mia soggiace,
Vinta, diresti, dall’amor sereno? —
Pria che dir poco, immensa gioja tace.
CL.[4]
Lo agita il pensiero che la sua donna
debba morire prima di lui.
Quanto piú immensa,[5] tanto men fia audace
D’amor la gioja, a cui forte aspro[6] freno
E il creder sempre, o il paventare almeno,
Ch’abbia a troncarla ria sorte fallace.[7]
5 Ond’io, quand’essa piú il mio cuor compiace,
Se in rime avessi ad isfogarla appieno,
Il mio cantar saría tristo inameno,
Qual d’uom che in preda a grave dubbio giace.[8]
9 Donna mia, per cui tanto io sospirava,
Or che le prische cure al cor moleste,[9]
Tutte, lo averti al fianco mio, sgombrava;
12 Or mi si fanno in nuovo aspetto infeste.
Io sempre tremo, che la Morte prava,[10]
Te pria furando, orridi guai mi appreste.[11]
- ↑ 8. Ben anni, per parecchi anni. — Non reste, non restasse.
- ↑ 9-10. Reminiscenza delle parole di Seneca nell’Ippolito, altrove cit. dall’A.: «Curae leves loquuntur ingentes stupent». — Tra garrula e loquace è veramente assai piccola differenza, sicché di questi aggettivi ne bastava forse uno solo.
- ↑ 11. Cape, si contiene: voce frequentemente usata dall’A; cosí nel Filippo (II, 2.ª):
entro il tuo ben nato
Gran cor non cape il madrignal talento. - ↑ Nel ms: «23 ottobre, passeggiando al Calvario vecchio».
- ↑ 1. Immensa, è uno di quegli aggettivi che non ammettono né comp. né superl.
- ↑ 2. Forte, potente, aspro, doloroso; anche la selva dantesca è aspra e forte.
- ↑ 4. Nel ms:
Che non la sturbi ria sorte fallace. - ↑ 5-8. La costruzione di questa quartina è anacolutica: ond’io... il mio cantar. — Compiace, appaga, sodisfa.
- ↑ 10. Brutto verso, in cui sovrabbondano i c.
- ↑ 13. Prava, scellerata.
- ↑ 14. Furando, rubando. — Mi appreste, mi prepari.