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Ma cotestor, che di arroganzia han dose
Grave pur tanto, e si fan grandi in carta,[1]
14 Turbe son di Pigmei[2] fastidïose.
Epigramma IV.
28 settembre 1792 in Ath.
Ogni gente in tre specie si divide,
Buoni, mezzani, e tristi
Ma chi i Francesi ha visti
4 In dirli tutti d’una coincide.[3]
Buoni, son pochi, e son buoni da nulla;
Tristi, assai, ma dappoco;
Mezzani dunque, in sempiterna culla,[4]
8 Tutti son; tutti eunuchi,[5] o molto o poco.
Sonetto XVI.
20 ottobre 1792 in Kaufbeuren nella Svevia.
XI. Γίγνεται τοίνυν πόλις, ἐπειδὴ τυγχάνει ἡμῶν ἕκαστος οὐκ ἀυτάρκης, ἀλλὰ πολλῶν ἐνδεής. ἤ τίν’ οἴει ἀρχὴν ἄλλην, πόλιν οἰκίζειν; |
Platone, Della Repub., lib. II. |
Città dunque chiamasi, ed è, dove ciascun di noi, l’un dell’altro abbisognando, non può bastar per sè stesso. Credi tu forse, altro fondamento potersi mai porre della Città? |
È Repubblica il suolo, ove divine
Leggi son base a umane leggi, e scudo;[6]
Ove null’uomo impunemente[7] crudo
- ↑ 13. In carta, tutto scrivendo, notando, protocollando. Anche nella Sat. I viaggi, di Fed. II:
Il mediocre ingegno
Che si svela piú in carta che in battaglia. - ↑ 14. I Pigmei erano un’immaginaria popolazione dell’Africa, alta un pigma, equivalente a 347 mill. Una volta Ercole fu assalito da essi, mentre dornaiva; li prese tutti seco quando si svegliò e li portò via, entro la sua pelle di leone. Ciò forma l’argomento di una commedia di P. I. Martelli, Lo starnuto d’Ercole.
- ↑ 4. Coincide, si accorda.
- ↑ 7. In sempiterna culla, nel son. Barbari ai nomi, alla favella, al naso i Francesi son chiamati Vecchi bambini, carchi di lattime.
- ↑ 8. Eunuchi, fiacchi, infrolliti.
- ↑ 1-2... ove i legislatori si ispirino a verità eterne, sicché le leggi umane abbian in esse fondamento e difesa.
- ↑ 3. Impunemente, senza riceverne l’adeguato castigo; e questo è l’effetto della giustizia delle leggi.
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