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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfieri - Rime scelte, Sansoni, 1912.djvu{{padleft:264|3|0]]
Veggio Bresciane donne iniquo speglio[1]
Farsi di ben forbiti pugnaletti,
114 Cui prova o amante infido o sposo veglio.[2]
Tai son de’ lor bustini i rei stecchetti:[3]
Né ascosi gli han; ma d’elsa e nastro ornati
117 Ombreggian d’atro orrore i vaghi petti.
Assassini ambo i sessi, abbeverati
Di sangue, usbergo han poi d’altri assassini
120 Cui noma il volgo stupido Avvocati.[4]
Lor facondia noleggiasi a zecchini:
Trasmutan l’assassinio in rissa mera,[5]
123 Onde i cori a pietà fan tosto inchini.
L’Italia (in questo sol una ed intera)
Tien[6] l’omicidio in rissa un peccatuccio;
126 Tanto a chi infrange il Venerdí[7] severa.
Tre coltellate ha date, il poveruccio:
Disgrazia! Chiesa, chiesa: a lui dia scampo
129 Un qualche santo Frate in suo cappuccio.[8]
Io qui di sdegno smisurato avvampo,
Com’uom devoto a Temide si adira;
132 E al Tebro[9] io volo rapido qual lampo.
Scorgo da impuro fonte ivi la dira[10]
Empia emanar micidïal pietade,
135 Per cui l’offeso solo, e invan, sospira.
Gente di sangue e di corrucci invade[11]
Le vie colà: cui dà ricovro il Tempio,
138 Mentre l’ucciso in su la soglia cade:
Tinto, fumante ancor del crudo scempio,
All’are[12] innanzi il rio pugnal forbisce
141 L’uccisor salvo, agli uccisori esempio.
- ↑ 112. Famose le donne bresciane per la loro fierezza: il popolo le chiama comunemente büle. — Speglio, specchio.
- ↑ 114. Veglio, vecchio.
- ↑ 115. Alle stecche del busto portano questi pugnali.
- ↑ 120. Quattro erano, secondo l’A., le pesti del mondo (cosí in un epigramma): i re, i confessori, i medici e gli avvocati.
- ↑ 122. Mera, semplice.
- ↑ 124. Tien, considera.
- ↑ 125. Il Venerdí, la trasgressione all’ordine di mangiare di magro in tal giorno della settimana.
- ↑ 127-129. Il Manzoni (Pr. Sposi, IV): «.... Salvatelo, salvatelo. — Sta fresco anche lui. — Vedete com’è concio! butta sangue da tutte le parti. — Scappi, scappi. Non si lasci prendere».
- ↑ 132. Al Tebro, a Roma.
- ↑ 133. Dira, crudele.
- ↑ 136. Dante, nell’Inf., (XXIV, 129), di un ladro:
io ’l vidi uom già di sangue e di corrucci.
Nel son. Vuota insalubre region che stato:
Squallidi, oppressi, estenüati volti
Di popol rio, codardo e insanguinato... - ↑ 140. All’are, agli altari, nel tempio.