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di vittorio alfieri 263

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183 Ma lo abborra vieppiú chi ha il cuor piú invitto.
Inorridisco, e fuggo: e cotant’ardo
Di tornare in Europa, che in tre giorni
186 Son fuor del Moscovita suol bugiardo.
Né punto avvien ch’io in Dànzica soggiorni,
Perché assaggiata è dal Prussian Tiranno
189 Che sPolonizza già i suoi be’ contorni.
Cosí da un altro Borëal malanno
Sciolto mi trovo; e godo in me non poco,
192 Ch’ir non puossi a Varsavia senza danno.
Tutto arde allor, ma non di puro fuoco,
Il Babèlico Regno Pollacchésco,
195 Che in breve attesterà quant’è dappoco.
A mano armata un parteggiar Turchesco
Che libertà contamina col fiato,
198 Fa che in sí reo dissidio i’ non m’invesco.[1]
Dei Tedescumi tutti esuberato,[2]
In Aquisgrana trovomi d’un salto,
201 Dall’un Francforte all’altro rimbalzato.[3]
Quindi Spà, che può dirsi il Capo appalto
Dei vizj tutti dell’Europa, un mese[4]
204 Mi fa, bench’io non giuochi, in sé far alto.[5]
Poi, le già viste Fiandre e l’Olandese
Anfibio suolo[6] rivarcati, approdo


  1. 187-198. verso il 1766, la Polonia era in preda ad un’immensa anarchia, e Caterina II, che voleva far salire sul trono polacco un suo favorito, fermò con Federigo di Prussia un trattato segreto, mediante il quale si promettevano vicendevolmente di usare tutti i mezzi affinché la repubblica polacca rimanesse guarentita riguardo alla stabilità della sua costituzione, del suo diritto di libera elezione e delle altre sue leggi fondamentali, aspettando il momento per intervenire: l’occasione non si fece attendere: il 13 ott. 1767 le forze russe irruppero a Varsavia, tre senatori, de’ piú autorevoli, furono arrestati e le piú inique leggi vennero promulgate. I Polacchi, strettisi nella Confederazione di Bard, per quattro anni tennero testa ai nemici, tanto piú che la Francia mandò loro degli aiuti e che i Turchi colsero quella occasione per muover guerra alla Russia; ma, caduto in Francia il ministero Choiseul, battuti i Turchi dal generale Rumanzoff, i confederati dovettero soccombere, e si ebbe nel 1772 il primo smembramento della Polonia. Questi sono i fatti ai quali, molto oscuramente, si riferisce ne’ suoi versi L’A. — SPolonizza, toglie il carattere polacco. — Senza danno, senza pericolo. — Babelico, pieno di confusione, di anarchia. — A mano armata etc.; vedere i Turchi che, solo se parlano di libertà, ne contaminano il santo nome, parteggiare per i Polacchi, mi fa allontanare da quei luoghi.
  2. 199. Esuberato, stufo, sazio.
  3. 201. Da Francoforte sull’Oder a Francoforte sul Meno.
  4. 202-203. Spa è famosa per le acque ferruginose della sorgente Pouhon, ed era nel sec. xviii una specie di Montecarlo: «parevami», scrive l’A. (Aut., III, 10°), «la vita di Spa essere adatta al mio umore, perché riunisce rumore e solitudine, onde vi si può stare inosservato ed ignoto infra le pubbliche veglie e i festini».
  5. 204. Mi fa... far alto, mi fa fermare.
  6. 205-206. L’Olandese Anfibio suolo, mezzo acqua e mezzo terra.
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