Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
4 | rime varie |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Alfieri - Rime scelte, Sansoni, 1912.djvu{{padleft:32|3|0]]
Qual nembo suol cerchiar la mattutina
Stella[1] foriera di sereno giorno?4
Greca, dich’io per certo, e peregrina,
Se miro al suo gentil dolce contorno:
Ma, se all’alto splendor, cui l’occhio inchina,[2]
Ch’ella è celeste cosa a dir pur torno.8
So che l’egregio Apelle, e Fidia industre
A Giuno, a Palla, a Cinzia, a Citeréa[3]
Davan fronte simíl; ma in mortal veste.11
So che tal fronte ancora Elena avea.[4]
Paride sol potría, giudice illustre,[5]
Questa a dritto appellar greca, o celeste.14
IV [xxxiii].[6]
Si pente di essere stato scortese con la sua donna.
Che feci? oimé! da que’ begli occhi un fiume
Uscía di pianto, e la cagione io n’era?
Io, duro cor, nato d’alpestre fiera,
Offesi, ahi lasso! un sí gentil costume?[7]4
Io, cieco d’ira, al mio sovrano Nume
Scortese usai villana aspra[8] maniera?
Pietà non merto; è ben dover ch’io pera,
O che in perpetuo pianto mi consume.8
Ogni tua lagrimetta un mar di pianto
Mi costi, è giusto; e in van si sparga, e in vano[9]
Mercé si chiegga, e si sospiri al vento:11
Né da pietà sia mai tuo sdegno infranto,
Se, ad espïar l’empio trasporto insano,
Io non ti caggio[10] ai pié di doglia spento.14
- ↑ 3-4. La mattutina stella è Lucifero.
- ↑ 7. Dinanzi a cui l’occhio è obbligato ad abbassarsi.
- ↑ 10. Palla, Minerva; Cinzia, Diana; Citerea, Venere.
- ↑ 12. Elena, la infedele moglie di Menelao, re di Sparta, cagione della guerra di Troia e per cui «tanto reo Tempo si volse».
- ↑ 13. Essendo Eris, la Contesa, adirata perché nessuno aveva pensato ad invitarla alle nozze di Pelèo e di Tetide, si vendicò gettando sulla mensa nuziale un pomo con la scritta: «Alla piú bella». Poiché parimente vi aspiravano Era, Atena ed Afrodite, fu chiamato arbitro della questione Paride, figilo di Priamo, che dié il vóto alla terza.
- ↑ Questo sonetto, un po’ melodrammatico e fra’ meno sinceri del nostro Poeta, fu composto a Firenze, il 26 marzo del 1777.
- ↑ 4. Un sí gentil costume, una donna, abitualmente sí gentile?
- ↑ 6. Scortese, villana, aspra: troppi aggettivi per significare, in fondo, lo stesso concetto!
- ↑ 9-10. Il Tasso, di Tancredi, che gode di aver ferito Clorinda, senza saper chi ella fosse (Ger. lib., XII, 59);
Gli occhi tuoi pagheran (se in vita resti)
Di quel sangue ogni stilla un mar di pianto. - ↑ 14. Non ti caggio, non ti cado; di simili forme arcaiche è uso ed abuso nel canzoniere alfieriano.