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Emone.

 A scherno 145
Tu parli forse; ma davver io parlo.
Or mira tu se a tanto i’ non basto io.

Creonte.

Or và: Creonte ad atterrir non basti.[1]

Emone.

Che veggio?... Oh Cielo!... Antigone!... svenata —
Tiranno infame... A me tal colpo?

Creonte.

 Atterro 150
Così l’orgoglio; e rispettar mie leggi,
E in se così fò rientrare un Figlio.

Emone.

In me tu farmi rientrar? — Con questo
Ferro i’ dovrei... Morir tu merti... io moro.

Creonte.

Figlio, che fai? T’arresta. —

Emone.

 Or di me senti 155

  1. S’apre la Scena, e mostra il corpo d’Antigone.
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