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ingegni che vanti la Francia, si burla a ragione del buono uomo di Pasquier, il quale si dava ad intendere che non essere nulla meno dello idioma latino capace il francese di bei tratti poetici; ed egli mostra in contrario come per la presente meccanica sua constituzione esso non è né musicale né pittoresco, che tanto è a dire ritroso, se non ribelle alla poesia [1]. E in questi ultimi tempi quell’ingegno sovrano del Voltaire, che lascia altrui in dubbio se meglio scriva in prosa o in versi, e che in ogni genere di stile fa tanto onore alla lingua francese, la qualifica di una lingua mancante di precisione, di ricchezza e di forza[2].
In effetto così ha da parere anche a coloro che non maneggiano quella lingua, e non ne possono per prova conoscere il forte e il debole, tanto è aperta a vedersi la cosa. Chiunque ha qualche pratica degli scrittori francesi si sarà molto facilmente accorto come negli
- ↑ Vedi Réflexions critiques sur la poésie et sur la peinture, première partie, section XXXV.
- ↑ "Une langue à peine tirée de la barbarie, et qui polie par tant de grands auteurs, manque encore pourtant de précision, de force et d’abondance". Ep. à Madame la Duchesse du Maine au devant d’Oreste, éd. de Dresde 1752.