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378 saggio

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In alcune di loro ella è talmente necessaria al verso, che senza la rima la poesia si viene del tutto a confondere con la prosa, e nulla ritiene di sua maggioranza e dignità. Così affermò tra gli altri il presidente Bouhier avvenire della lingua francese, quando fu tentato per alcuni d’introdurre anche in quella i versi sciolti della rima[1]; così pure avvisato avea il Fenelono, il quale meglio di ogni altro esaminò e conobbe il genio di una favella tanto da esso nobilitata[2]: e uno stesso giudizio, atteso la poca armonia, la troppa regolarità, uno andamento sempre uniforme, e altri simili difetti di quella lingua, aveva recato nell’arte sua quel sovrano artefice del Voltaire[3] [4]

  1. Dans la préface du Recueil de traductions en vers françois etc.
    Nos vers afranchis de la rime ne paroissent différer en rien de la prose. La cadence du vers françois est peu sensible par le grand nombre de nos e muets.
    M. Prevot, Pour et contr N. xxix
  2. Je n’ai garde neanmois de vouloir abolir les rimes. Sans elles notre versification tomberoit.
    Lettre à l’Académie françoise, art. v
  3. Les Italiens et les Anglais peuvent se passer de rime, parceque leur langue a des inversions, et leur poésie mille libertés qui nous manquent. Chaque langue a son génie déterminé par la nature de la costruction des ses phrases, par la fréquence de ses voyelles ou de
  4. Till barb’rous nations and more barb’rous times
    Debas’d the majesty of verse to rhimes.

    Id. to the Earl of Roscommon on his
    Excellent Essay on Translated Verse
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