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sopra la rima | 393 |
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Quello che detto si è delle traduzioni, appropriare si può egualmente alle commedie e alle tragedie, se astrette sieno dalle rime. Che altro finalmente sono le varie scene delle tragedie e delle commedie, se non versioni, dirò così, dei sentimenti del cuore dell’uomo, quando egli è preso da terrore o misericordia, da invidia, da avarizia, da vanagloria, che si espongono nelle luce del teatro? Anche quivi vengono ad esser manifesti i torti che fa la rima (cosa che quasi sempre apparisce studiata) alla giusta espressione del sentimento, alla verisimiglianza e naturalezza, che è l’anima di tali composizioni. Nè da simile tasssa vanno esenti i primarj ingegni; non lo stesso Dryden, a cui fu rimproverato di aver snervato con la rima e ridotto al niente la tragica poesia[1]; non il gran Cornelio che fa talora non lieve torto alla sublimità de’ pensieri, allungando, colpa la rima, il sentimento; non Molière, più grande ancora, che a luogo a luogo è costretto diluire per la medesima ragione in molti versi il frizzante e il vivo del naturale[2]. Delle quali
- ↑ Les tragédies rimées de Dryden sont la plus forte démonstration que l’on puisse donner de son peu de génie pour la tragique. La rime fait beaucoup perdre à la poésie épique de sa eauté et de son énergie, elle énerve entiérement, elle anéantit la poésie tragique.
- Conject. sur la composition original trad. de l’anglois.
- ↑ Notre versification trop gênante engage souvent les meilleurs poétes tragiques à faire des vers chargés d’épithètes pour attraper la rime. Pour faire un bon vers,