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sopra la rima 401

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La gravità in oltre che è propria de’ componimenti, per esempio eroici, sdegna la rima, la quale in essi diviene quasi che una puerilità; come quella che è una bellezza soltanto relativa, un giocolino di parole di simile terminazione, che non fa bello il verso in sè, e di cui altri non si avvede che alla finale de’ susseguenti; e i quadri grandiosi che ci presentano i poemi male possono esser contenuti e campeggiare dentro al ristretto giro delle terzine ed anche delle ottave.

Leggesi a tal proposito una assai strana diceria degli eruditi zibaldoni di un critico del secolo decimosesto, i quali furono novellamente dati in luce così alla rinfusa; e tal loro pubblicazione è forse uno degli infiniti abusi che sonosi fatti dalla stampa. La rima, dic’egli, fa più bello il verso volgare del greco; perchè la rima non è ornamento o forma del verso in sè solo considerato, ma comparato e proporzionato ad altri versi; la qual proporzione non ha il verso greco e latino. La rima incatena ed unisce il poema volgare, come l’armonia e il ritmo delle sillabe fatta con proporzione unisce ed incatena i versi particolari; donde finalmente conchiude, esser la rima il più nobile e migliore ornamento che ricever possa la poesia[1]. Con le quali ragioni si verrebbe forse anche a provare, qualmente i versi leonini. aborto

  1. Opere di Sperone Speroni, vol. iv, facc. 218
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