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;RE.: Non ne dubitiamo punto; addio di cuore. (Escono Voltimando e Cornelio.) Ebbene, Laerte, che ci dite voi? Accennaste a qualche dimanda che dovevate farci. Qual è? Non potreste parlare inutilmente di cose ragionevoli al re di Danimarca. Che sapresti tu chiederci, Laerte, che noi non fossimo disposti ad accordartelo spontaneamente? La testa non è più ligia al cuore, la mano non più sottomessa alla bocca, di quello che il trono di Danimarca non sia a tuo padre. Che vuoi, Laerte?
LAERTE.
Mio venerato signore, il vostro permesso e la vostra grazia per ritornare in Francia. Sono venuto in Danimarca desideroso di addimostrarvi la mia sudditanza, assistendo alla vostra incoronazione; accudito a questo dovere, i miei pensieri e i miei desideri si volgono di nuovo, lo confesso, verso la Francia, e per essi imploro la vostra graziosa benignità.
RE.
Avete il consenso di vostro padre? Che dice Polonio?
POLONIO.
Lo ha, mio signore (strappatomi a male in cuore con istanze incessanti, a cui dovetti alla fine, mio malgrado, far ragione); vi supplico di dargli il permesso di andarsene.
RE.
Sia come vuoi, Laerte; disponi di te e del tuo tempo secondo il tuo desiderio. Ed ora, Amleto, mio cugino e figlio....
AMLETO (a parte).
Più che cugino, meno che figlio!
RE.
Perchè quelle nubi che si aggravano sempre sulla vostra fronte?
AMLETO.
Nubi no, signore, sono troppo al sole per ciò.[1]
REGINA.
Buon Amleto, deponi quei neri panni, e volgi sguardi amici al re di Danimarca; non persistere a cercare sempre con quegli occhi abbassati il tuo nobile padre nella polvere: tu sai la sorte comune; tutto che vive deve morire, passando dalla natura all’eternità.
AMLETO.
Lo so, signora, è la sorte comune.
REGINA.
Se ciò è, perchè ne sembri tanto colpito?
AMLETO.
Sembro, signora! no, sono; non conosco i sembianti finti. Non è soltanto questo mio nero mantello, buona madre, nè questi addobbi di convenzione di un lutto solenne, nè i sospiri che si esalano per forza dal petto, nè l’abbondanza delle lagrime, nè l’abbattimento del viso insieme con tutti gli altri segni del dolore che possono darmi a conoscere quale sono. Queste in effetto sono apparenze che ognuno può vestire; ma v’è dentro di me qualcosa che le supera. Il resto non è che pompa.
  1. Cioè davanti al raggio della Vostra Maestà.
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