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del senso e della discretezza aprite il canestro sul tetto e lasciatene fuggire gli uccelli; poi, come la scimmia famosa, andateci voi dentro e precipitate sul pavimento.[1]
REGINA.
Sii sicuro; quanto è vero che la voce è un alito e che l’alito è necessario alla vita, io non avrò una parola per rivelare quello che mi dicesti.
Amleto.
Debbo andare in Inghilterra, voi lo sapete?
REGINA.
Oimè l’aveva dimenticato, la cosa è decisa.
AMLETO.
Le lettere sono suggellate, e i miei due compagni di studio, nei quali confiderò come nel serpe avvelenato, assunsero l’ufficio; essi debbono aprirmi la via e condurmi dove il tradimento mi aspetta. Lasciamo correre; diletta il vedere un minatore incenerito dalla esplosione ch’egli stesso aveva preparata: e sarà ben dura cosa se io non iscavo al di sotto delle loro mine e non li faccio saltare fino alle nubi. Oh è assai piacevole il vedere due astuzie di fronte. La morte di quest’uomo farà affrettare la mia partenza; ne trascinerò il cadavere nella stanza vicina. Madre, addio. — Ora questo consigliere è fatto grave, rigido, segreto, egli che per tutta la vita cianciò. Vieni, amico. finiamola con te: buona notte, madre. (Escono da diverse parti; Amleto tirando dietro di se il cadavere di Polonio.)



  1. E rompetevi il collo cadendo.
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