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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Amleto (Rusconi).djvu{{padleft:99|3|0]]verrà, basta esser pronti. Poiché nessuno morendo sa quello che lascia;[1] che importa il momento in cui ha luogo tale distacco?
Entrano il Re, la Regina, Laerte, Signori.
Osrico e Seguito coi fioretti, ecc.
- RE.
- Vieni, Amleto, vieni e stringi questa mano che ti presento (Mettendo la mano di Laerte in quella di Amleto).
- AMLETO.
- Perdonatemi, signore; io vi ho offeso, ma perdonatemi da gentiluomo quale siete. Tutti questi signori sanno, nè voi avete potuto ignorarlo, da quale funesto smarrimento è oppresso il mio spirito. Se ho fatto cosa che abbia potuto spiacervi o ledere il vostro onore, non può essere stato, lo dichiaro altamente, che un effetto della demenza. Fu Amleto che offese Laerte? No. non mai Amleto. Se Amleto, non appartiene più a sè stesso, e se quando non è più in sè, egli insulta Laerte, Amleto non è colpevole del trascorso ch’egli disconfessa. Allora chi fu che questo commise? La sua demenza. Se ciò è, Amleto è egli pure leso, e l’infelice trova un nemico nella propria pazzia. Signore, al cospetto di tutti questi valentuomini io ripudio ogni intenzione malevola, e la vostra generosità mi assolverà veggendo in me un uomo che, avventando una freccia al di sopra del tetto, ebbe la sventura di ferire il proprio fratello.
- LAERTE.
- La natura è soddisfatta, ella che in questa occasione era la prima a chiedere vendetta; ma confinato nei limiti dell’onore, rifiuto ogni conciliazione fino a che io non abbia intesa l’opinione di arbitri venerandi, di fama intemerata, e che la loro sentenza di pace non abbia messo il mio nome al coperto di ogni rimprovero. Intanto accetto la vostra profferta di amista con amistà. e nulla farò che le stia contro.
- AMLETO.
- Mi è dolce tale assicurazione, e mi accingo lealmente a questa lotta fraterna. Olà, dateci i fioretti.
- LAERTE.
- Uno anche a me.
- AMLETO.
- Io sarò il vostro bersaglio, Laerte; la mia ignoranza darà risalto alla vostra destrezza, come una bruna notte fa risaltare il chiarore di una stella.
- LAERTE.
- Non vi burlate di me, signore
- AMLETO.
- No, sul mio onore.
- RE.
- Date loro i fioretti, giovine Osrico. — Cugino Amleto, voi sapete la scommessa?
- ↑ Nell’avvenire, sottintendi
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