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XVIII PROEMIO.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Archivio Glottologico Italiano, vol. 1, 1873.djvu{{padleft:26|3|0]]per domestica, o confidenziale, o volgare che sia, la quale non avesse potuto o dovuto risentirsi della schietta fusione delle genti italiane. Poteva ben sorgere qualche lusso di voci o locuzioni equivalenti, ma il provvido rimedio stava unicamente nella selezione naturale, che sempre e per ogni parte è il portato dell’attività prevalente, e nel caso nostro è la predilezione che si determina dal voto del maggior numero (i voti son presto dSti, se tutti scrivono), oppur dal solo voto dello scrittore di genio, quando il pubblico ch’egli affascina è veramente la nazione. Il Fiorentino che si fosse messo a istruire per iscritto le fanciulle od i sarti, avrebbe chiamato anello quell’arnese che in tante altre favelle romane si • nomina col normal riflesso di un ^digitale- o *digitellario- di lingua latina. Ma il giorno dopo, in un’altra scrittura consimile, un maestro aretino avrebbe messo fuori il suo ditale, come voce più evidente e propria; e i suoi collaboratori di Venezia, di Milano, di Palermo, avrebbero dato sùbito ragione al fratello legittimo del loro dezidl o didd o jiditàli; e l’uso di Firenze così se ne andava legittimamente sopraffatto *[1]. Non è facile dire, quale avesse potuto meritare la preferenza, tra il mattatójo (*mactatorio-) di Ancona e l' ammazzatóio (*ad-mactat-i-orio) di Firenze, entrambi di puro e identico metallo; ma certo si deve dire, che la scelta dipendeva da quell’attività in ordine allo studio e quindi in ordine a distinzioni teoriche e pratiche sull’arte e sull’istituzione dei macelli, che fosse l’opposto di quell’inerzia, la quale ha persuaso, se non costretto,

    • Tanto era ciò naturale, che ha in fondo dovuto avvenire; poiché il nome italiano dell’oggetto di cui si ’parla, è per la colta Europa: ditale, e non anello] e parecchi dizionari italiani, anche degli scrupolosi, rimandavano da ( anello’ a ’ditale’. Ma il ( Novo Vocabolario’ naturalmente se ne guarda, e forma il suo paragrafo a questo modo: < Anello. Arnese di ’metallo, dove s’infila la punta del dito, con cui si spinge l’ago nel cucire. ’L’adoprano anche le donne per misura del seme di bachi. Un anello di *8eme. 9 Il ’Vocabolario’ invita cosi la massaja o il novelliere (non dico il bacologo) di Lombardia, a smettere o a dimenticare il loro didd de somima; e V invito è tanto illegittimo, quanto è legittima la speranza che rimanga frustraneo. Ma per misurare la qualità del progresso che il ’Vocabolario’ rappresenta, nulla può giovar meglio, che il confrontare questo suo paragrafo con le osservazioni di Raffaello Lambruschini, riprodotte da Niccolò Tommaseo (Sinonimi, 256).
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