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280 Ascoli, Saggi ladini, I.
5. Val Poschiavo.
Quanto è più arduo il passo del Bernina che non sia quello del Maloggia, e tanto^è meno abondante la vena ladina in Val Poschiavo che non sia in Valle Bregaglia. Anche il lessico di Poschiavo conta di certo un numero assai rilevante di voci ladine, e l’elemento ladino vi traluce qua e colà, in modo affatto indubbio, pur nella tempra fonetica; ma di qualche caratteristica si può tenere che ladino ed antico lombardo vi coincidessero quando in questo territorio s’incontrarono (n. 114 e seg.), e in tal altra rinveniamo intatta un’antica fase, che piuttosto si dovrà dire lombarda che non ladina (n. 172) [1]*.
Di questo dialetto non poterono gli studiosi assaggiare, in sino ad ora, se non la Parabola che sta nel vocabolario del Monti (p. 414-15) e le voci che son disseminate nel vocabolario stesso. Agl’indigeni queste non pajon sempre o genuine o sicure; ma la esattezza del Monti non si può facilmente rivocare in dubbio; e le voci sospettate, o saranno state prossime a spegnersi quando il Monti le raccoglieva, o spetteranno, sebbene appaja ch’egli esclusivamente consideri il capo-luogo, a qualche men nota varietà della valle. Quelle tra le voci poschiavine addotte dal dialettologo lombardo, che mi son parse meglio adatte alla nostra indagine, ho io cercato di radunare e riportare qui in nota, ai rispettivi luoghi. Ma nel testo non adduco se non parole che io medesimo ho raccolto dalla viva voce dei rev. sign. Camillo Mengotti, nativo di Poschiavo, chierico del seminario teologico di Milano, o dai saggi che mi sono pervenuti per la gentilezza del rev. sig. I. Schmidheini, pastore evangelico in quella terra [2]2. I quali due valentuomini rappresentano le due confessioni reli
da lasciarci per molti riguardi in assai penose incertezze.
- ↑ «Poschiavo, dice il Monti (voc. xxil), grossa terra dei Grigioni, per due terzi nella diocesi comasca, parla in generale come a Tirano (Valtellina), ma usa molte voci proprie.’ Nella qual sentenza, anche giudicando dai soli saggi che egli medesimo ci offre, mi pare che si esageri la somiglianza di favella (cfr. p. e., in ordine al num. 10: saltèe Posch., guardacampi, allato SLSoltèe Tir., guardaboschi), che pur deve senza dubbio esser molta fra i due paesi. Vero è però che i dialetti di Valtellina ai conoscono in modo così imperfetto,
- ↑ 9 Le prime, trascritte secondo le nostre norme, stanno in corsivo; le altre, a cui mantengo l’ortografia che mi è data, in carattere tondo.