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§ 3. Grigioni; A. Sopraselva: è. | 15 |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Archivio Glottologico Italiano, vol. 1, 1873.djvu{{padleft:79|3|0]]ma non mostrando il dittongo pur la risposta engadinese, diventa assai probabile che si tratti di voci estere. Anche il cr di secret ecc. mal converrebbe a voce indigena (v. il num. 174). - [21b] L’ē di ‘obedio’ non essendo mai accentata nel riflesso grigione (cfr. ubadeschan num. 75, alto-eng.: ubedescha II Tess. 3, 14), vi smarrisce il suo carattere; e l’e di accento grigione, che le viene a succedere in una estrazione seriore, entra nell’analogia dell’antica e breve (num. 23): ubiedi-s (obbediente) Fil. 2, 8, mal-ubiedis Tit. 1, 10; cfr. l’engadin. e la seconda n. al num. 46.- Il riflesso di acētum è al num. 35[1].
E breve, tonica.
mel 3,4; fel 27,34; ven 13, 19; lef levis (facile) 10, 15; leve si [22] (lett.: leva su; sorgi) 2, 13, cfr. 11,5; 13,21 (ma f. d'a.: lavà si ecc.); descha decet 3,15; legia legit 24,15; meder medan metere metunt 13,30; 6,26; veder num. 195; perpeten perpetuus 18,8; [sê se[d]et 23,22]; ier hier[2] heri Apost. 7,28, 23 Ebr. 13,8; piera pierig perit pereat G. 6,27; 5,29; flerran (in-
- ↑ Questa rubrìca mi conduce ancora a toccare del riflesso grigione di partiti-, e insieme degli altri riflessi romanzi di questa voce, non peranco, mi pare, a sufficienza illustrati. Avvenuta la trasposizione dell’accento (parieteabiè te-, pariète- abiète-), il dittongo tè dev’essersi ridotto, nel volgar latino, a una vocale lunga che stesse fra e ed t (parèt- abet-), e quindi è continuata come Ve classica: ital. parete (abete), spagn. pared, frc. paroi, soprasilv. parei prei less., engad. parait Car., soprasass. parèt ds. Cfr. il num. 32.
- ↑ Steng. 33 avverte circa gli esempj ch’egli raccoglie sotto la rubrica che a questa nostra corrisponde (te sopras. -è), trattarsi di voci, che hanno od avevano i nella sillaba successiva. L’avvertenza è tutt’altro che inutile, ma può dar luogo ad equivoci. Il dittongo, come certamente ha veduto lo stesso Stengel, non deve punto la sua ragion d’essere alla presenza dell’i successivo, poichè esso è l’antico e comune dittongo romanzo, affatto indipendente dalla vocale della sillaba che sussegue (ital. niega, piede, spagn. yegua - equa, ecc.). Interviene d’altronde, pure nel grigione, in esemplari di formola diversa; cosi nel riflesso soprasilvano di lepore- che lo Stengel erroneamente stacca da questa rubrica ( la figura cattolica è qui affatto decisiva), e in quello di integro-; cui si dovranno aggiungere gli esemplari senza % successivo che occorrono sotto ae (num. 67); e ancora si vegga il num. 177 engadinese. L’ie soprasilvano è poi un continuatore che è comune anche all’e in posizione, comunanza che ha il suo esatto parallelo nelle continuazioni dell’o, senza che mai v’abbiano, pel dittongo, di simili conditiones sine quibus non. Bisogna finalmente tener conto auche degli esemplari perduti, o che per varie cause si