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§ 1. Grigioni; A. Sopraselva: é. 19

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Archivio Glottologico Italiano, vol. 1, 1873.djvu{{padleft:83|3|0]]28[1]. meins mensis L. 1, 26, tscheins census (Conr. Car.; ds.:, 2 schar per-tschensch affittare, cioè fasciare per censo’); meisa mensa 15, 27, peisa (less., peso); — steila, pi. steilas, 2, 2; 24,

29;- eis ei est[2].



  1. Car., in analogia di ciò che annotammo al num. 27, dà al plur.: -ialsi vidials ecc.; e così Carig. 77: ani anials ecc., avvertendo che nella Foppa facciano -ells [per la Foppa c la fossa’ dovremmo intendere, a rigore, quel distretto a oriente d’Ilanz, che sulla Carta del Dufour è indicato coli* equivalente germanico: Gruob cfr. Tschudi: c IIanz cum loco Grub’, f Grub, rhaetice Lauoppa’, e Vulpio: c Ilans e la Foppa’; forse Carigiet vi comprende, come altri par fare, anche Ilanz, dove Gabriel scriveva, e un tratto di valle a occidente di questa borgata; ad ogni modo, con c la Foppa’ non va confuso YUors la Foppa = Waltensburg (Vulpio: Vortz Vorz), di cui è toccato nell’esord. e in n. al num., ecc., e ancora al C. VI, § 1]. Anche nel sing.: biall y e li insieme, ( bello’, ds., Car.; dove la doppia forma si dichiara pel fatto che trattisi di un aggettivo, il quale veniva ad avere il substrato -ells pur nel singolare (cioè nella figura predicativa; ds.: sa far bials bellettarsi).
  2. Le apparenti stranezze di questa serie, si posson dissipare con breve discorso. Già il Diez ha osservato che l’è di mensis, pensum, -ense, entrava nell’analogia dell’e lunga; e di ciò vedeva 1a ragione nel dileguo del n (gr. I, 150). Veramente, pur nel toscano, il n di regola non ò perduto, pronunciandosi: mege, pego, inglese (g quasi ss, v. Le pronuncia del S toscano nel sec. voi. dell’Archivio), e meglio il Maestro si accostava al vero, quando notava (ib., 34) che la e dinanzi a n complic. inclina, nella risposta italiana, alla pronuncia stretta, vale a dire vi s’incontra col riflesso dell’i latina. Ve lat. di ~èns volgente all’? od ei dei fondamentali riflessi romanzi (tose, mege, soprasilv. meins, piemont. meis) si fa manifesta per la scrizione volgar-latina -ins (cinso minsis ecc. Schuch. vok. I, 48 segg.); e sono istruttivi i riflessi grigioni anche in quanto mostran chiara la evoluzione della vocale pur dove il n è rimasto. — Cosi, nel caso di stella’, il toscano pronuncia stella, il piemontese, come il soprasilvano, steila (cfr. mois ed étoile), e ugualmente abonderà la scrizione volgare latina stilla (Diez gr. I, 153,,35, Schuch. vok. I, 39). — Ma ne’ Grigioni il fenomeno si mostra esteso, ed è in limiti diversi pur nel toscano, anche ad altre formolo; in ispecie ad ent emp est (come pure ad ent est con e secondaria - 1, num. 43), e prevalentemente nell’Engadina, come a suo luogo si vede. Qui intanto noteremo, allato sAYeis (*eist) recato nel testo, le seguenti oscillazioni presso ds.: suveinter allato a suventer suenter (v. num. 177); teimps allato a temps tempus. Circa eis es, pel quale rimandammo dal num. £5 a questo luogo, è da ricordare, oltre l’attrazione analogica della terza persona, che il substrato potrebbe non esserne diverso da questa., vedendosi sempre, nell’alto-engadinese (antico is-t, moderno tu es-t) la concrezione es + tu. Cfr. la n. al num. 2l 6; e circa l’attuale -metti = -mente, v. la n. al num. 150-1.
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