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26 | Ascoli, Saggi ladini, I |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Archivio Glottologico Italiano, vol. 1, 1873.djvu{{padleft:90|3|0]]questa serie importante: -ONIO, gnj (num. 102), -ginj -uinj ~u°inj -u°in, che avrà il suo parallelo: -ORIO, -grj, -girj -uirj -u°irj -u°ir (cfr. II, 3). Si osservino ifavugn fagugn (num. 129) Car., fagugn ds. 317, favoing fagoing ds. 282, favoign favoin Conr. (basso-eng. favuogn, alto-eng. fuogn Car ), ostro, scirocco; e vi si confronti, per ora, suaduir = sudatorio- (stufa, o bagno publico, ds.), allato all’engadinese trachuoir = "tractorio (num. 172) imbuto di legno[1]. — Il riflesso di dvum è s. & [48] sa cerdots 12,4, è voce letteraria. [49 ]co = quo[modo] 12,5; sco = sic-quo[modo] 5, 48.
O breve, tonico.
[50]or, d-ad-or, d-ad-or-a, foris, 8,12; 26,75; 12,46; 22,13; 23,25; cor 11,29; sor a (pi. sarurs soróres 13,56) sóror 12,50; moller molere, mola (molin), 24,41; 18,6; viòla less. cfr. II 7, pigliola num. 71 n.; angolen (inf.: angular 6,20) *involant 6,19; bof bove- L. 13, 15, pi. bos 22,4; nof novem 18,12 (cfr. num. 52); roga rogat roge roga 5, 42, Apost. 8,22, cfr. n. 53,84; po po test 3,9 (pos possum potes 26, 61; 5, 36). [51] hum humens 19,3; 12,41; dimunis 8, 28; tun I Cor. 14,7.8; cfr. bun- nella serie che segue, e cun (con), 4,21, che risalirà alla figura latina com piuttosto che a cum (v. Schuch. vok. II 166, Corssen vok. II 2 106)[2] [52] [ie = *UE]: miera morit(ur) 22, 24 (f. d’a.: morir 26, 35); bien bonus: bien sem, bien frig (frutto), bien carstiaun[3], 1 a 3
- ↑ Netta la fase dell’i*, malgrado la posizione palatile romanza, avremmo in duglia incassatura, od occhio, in cui entra il manico dell’ascia, ecc., che Steng. 46 ha sagacemente ricondotto a Molium’.
- ↑ cun si potrebbe anche ragguagliare a com per u~o f. d’a., considerata per àtona, o quasi proclitica, pur questa particola, come accade d’altre. — Avendosi presso il Car.: nuscher, noscher alto-engad., taluno potrebbe credere che anche nel grigione, come in altre favelle romanze,? nocere’ (nuscher Me. 16, 18) fosse passato alla terza e qui per conseguenza spettasse. Ma, a tacer <T altro, ds. accentua nùschér la voce soprasilvana, e Paul. conj. 53 dà nuschair per 1* alto-engad. Voci soprasilv. di c nocere’ con sicuro accento sulla prima, non posso addurne.
- ↑ sch’eisei bucca bien (lett.: così è egli non buono; non è bene) 19, 10; et fus pli bien (lett.: ei fosse più buono; meglio, più ben sarebbe) 26,24. In questi e altri simili passi, bien = bono- vien quasi a confondersi logicamente con bein - bene (num. 25). L’engadinese continua bono per due varietà fonetiche, Tuna delle quali fa d’aggettivo, l’altra da sostantivo (buona cosa).