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La «universitas bobacteriorum Urbis» 161

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Archivio della R. Società Romana di Storia Patria - Vol. XVI.djvu{{padleft:165|3|0]]del 1363 pubblicati dal Re, ma nel preziosissimo incunabulo della Casanatense, dell’anno 1471, contenente gli Statuta Urbis, ed in un diploma che nel 1333 re Roberto indirizzò al suo vicario Loreto per mezzo dei camerlenghi Pietro di Baiano e Tancredo di maestro Attursini[1]. Per raccogliere detta somma, i conservatori pro tempore deputavano due consoli, uno dei bobacterii e l’altro dei mercanti, perchè fossero i camerarii ludorum[2]. Qui però ci troviamo a contrasto cogli Statuta bobacteriorum, che apertamente dichiarano[3] come il «camerarius ludorum Agonis et Testacie», dalla parte dei bovattieri, era direttamente eletto dai consoli della tratta di carnevale, scegliendolo dal loro seno. Probabilmente i conservatori non facevano che approvare la nomina avvenuta già pei consoli dell’Arte. Altrettanto dovean fare i mercanti, come apparisce dalle parole: «camerarius comitatus bobaaeriorum» e «camerarius comitatus mercatorum» degli statuti della città[4]. Questi camerarii aveano, l’ufficio di raccogliere la somma,, e di distribuirla per le diverse spese occorrenti ai divertimenti. Queste spese sono già in pane fissate dagli Statuta, e sono quelle destinate per alcuni speciali impiegati, pei giuocatori e per gli addobbi d’occasione[5]; in parte poi dipendono dalla maggiore o minore solennità, che si vuol dare alla festa, ed è lasciato in ciò ampia libertà ai camerarii ludorum, purché in fine rendan conto di tutto ai conservatori[6]. Degno di nota è però il fatto che nel 1333 la somma non venga raccolta dai consoli dei bobacterii e dei mercanti, sibbene da quei due camerlenghi di re Roberto, dei quali sopra abbiamo fatto

  1. Vitale, Stor. diplom. cit. p. 243.
  2. Stat. Urbis, lib. III, cap. 75.
  3. Stat. bobact. cap. xiii.
  4. Lib. III, cap. 77.
  5. Stat. Urbis, lib. III, capp. 78, 80, 81, 82, 83, 84.
  6. Stat. Urbis, cap. 76.
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