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copernico 141

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu{{padleft:145|3|0]]beasi il tribunale de’ cardinali, d’autorità insigne, definì che non v’è alcun motivo umano per non credere che il movimento della terra sia in contradizione colla Santa Scrittura. Bisogna dunque tenere per eretico chi s’ostina a mettersi in opposizione col papa, che pronunzio per l’organo de’ cardinali. Ma se, per un impossibile, si recasse domani una nuova dimostrazione, allora vi sarebbe umanamente motivo per gli eminentissimi cardinali di ricorrere a un senso apparente o metaforico nello spiegare il capitolo X di Giosuè».

Non andiamo dunque a mettere l’ortodossia dov’essa non ha a fare, nè per fiacchi scrupoli lasciamo di cercare e proclamare la verità di fatto, e in onta delle opinioni sancite, ricomporre il nesso fra i tre grandi ordini di cose, Dio, l’universo, le cognizioni degli intelletti particolari. Sant’Agostino proferì che «qualunque cosa possa altri con veri argomenti dimostrare intorno alla natura delle cose, noi vogliamo dimostrare che non contraddice alle Sacre Carte[1]»: e San Tommaso «tornare a sommo danno se, ciò ch’è indifferente alla dottrina e alla pietà, si voglia asserire o negare quasi concernesse la santa dottrina[2]: infine Gregorio Magno c’insegna ch’è meglio lo scandalo che la bugia.



  1. De Genesi, lib. 1.
  2. Opp. X, 31.
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