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rassegna bibliografica 461

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Archivio storico italiano, serie 3, volume 13 (1871).djvu{{padleft:467|3|0]]L’idea di Dio corrispondendo alla serie delle conoscenze sensibili e razionali, l’A. vi si trova a dover distinguere i modi diversi di sentire e d’intendere pi-esso le varie genti, e a passare in rassegna le loro concezioni rispetto alla Divinità; a ricercare quindi il credo delle loro chiese, e il simbolo del loro culto; e quindi ancora determinare con precisione il sentimento onde ognuna di esse dava anima e vita alle proprie credenze. Il sentimento religioso come è il principio d’ogni teorica razionale, così ne è anche il fine; e quanto più l’uomo estende colla riflessione il dominio della propria coscienza[1], di altrettanto egli s’inalza religiosamente. Il Bunsen, vero credente, nell’opera I segni del tempo, dalla quale fu preceduta quest’ultima sua, mostrava timore che lo scetticismo dell’Europa meridionale, «così bene espresso negli immortali canti dell’illustre Leopardi»,[2] potesse anche irrompere nella sua patria; e nel proposito di riparare a cosiffatto male, sin d’allora risolveva scrivere il Dio nella Storia. I tempi attuali parendogli somiglianti assai a quelli dello sfasciamento del mondo romano[3], veniagli fatto di esclamare: «È alto o basso il mare? si progredisce o s’indietreggia? si sale o si discende? ecco la questione che sorge in tutti i tempi d’agitazione, di grandi eventi, di grandi memorie e di grande aspettazione»[4]. E senza punto smarrirsene soverchiamente, fiducioso che l’umanità sarebbesi ritemperata per la libertà di coscienza, per l’associazione (Ecclesia), e per la personalità rinvigorita, davasi a ricercare le manifestazioni di Dio nella Storia; ch’essa storia, «contemplata sul suo punto centrale, non solo è madre dell’avvenire, ma ne è anche la profetessa, la vera Philia»[5].

Il quale punto centrale trovasi nella idea e nel sentimento onde i popoli venerarono Iddio; e nella investigazione di quel sentimento e di quella idea sta per l’appunto il principale

  1. Vico scriveva: Conscientia autem sapientissimae originis vox est; scire enim est verum noscere; conscire est cum alio verum noscere (De uno universi Iuris principio, § LXIX).
  2. Lettera I.a, pag. 4. Trad. di Emilio Leoni. Torino, 1860.
  3. Ivi, pag. 5.
  4. Lett. VIII, pag. 161.
  5. Lett. X, pag. 226.
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