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canto quinto. 113

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Non fu più il stuol fin che la pugna stette;
E di cento o di più ch’erano stati,
Al dipartir non furo i duo trovati.

58 Chè da una parte Orlando e dall’altra era
Rinaldo entrato, e prima con la lancia
Forando petti e più d’una gorgiera,
Più d’un capo, d’un fianco e d’una pancia:
Poi, l’un con Durindana, e con la fera
Fusberta l’altro, i duo lumi di Francia,
A’ colpi, quai fece in Alfegra[1] Marte,
Poneano in rotta e l’una e l’altra parte

59 Come nei paschi tra Primaro e Filo[2]
Voltando in giù verso Volana a Goro,[3]
Nei mesi che nel Po cangiato ha il Nilo
Il bianco uccel[4] ch’a’ serpi dà martoro,
Veggiam, quando lo punge il fiero assilo;
Cavallo andare in volta, asino e toro,
Così veduto avreste quivi intorno
Le schiere andar senza pigliar soggiorno.

60 A Rinaldo parea che distornando
Da quella pugna il cavalier di Brava,
Li suoi sarebbon vincitori, quando
Sol Durindana è che gli affligge e grava:
Di lui parea il medesimo ad Orlando;
Che se dalle sue genti il dilungava,
Facilmente alli Franchi e alli Germani
Cederíano i Pittoni e gli Aquitani.

61 Perciò l’un l’altro, con gran studio e fretta
E con simil desir, par che procacci
Di ritrovarsi, e della turba stretta
Tirarsi in parte ove non sia chi impacci.


  1. Non potendosi correggere Flegra, perchè il verso mancherebbe di una sillaba, il Barotti suppose verisimilmente, che il poeta avesse scritto: «quai già fece in Flegra,» o simile.
  2. Parte più bassa del Ferrarese, abbondante di valli e di pascoli. (Barotti.) — Di Filo si fa menzione ancora nel Furioso, can. XLIII, st. 146.
  3. Io tengo che debba dire: e Goro. Volana è una notissima diramazione del Po a Ferrara, la quale formava a’ tempi di Polibio (lib. II) un porto inter omnes Adriatici maris portus tutissimus. Ancora il Goro è un ramo dell’altro Po detto di Venezia, e fa un buon porto nell’Adriatico. — (Barotti.)
  4. La cicogna, inimicissima delle serpi. — Questo occello viene dall’Egitto. — (Barotti e Molini.)

10°

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