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satira quinta. 193

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  Dove altro albergo era di questo meno
Convenïente ai sacri studî, vuoto
138D’ogni giocondità, d’ogni orror pieno?
  La nuda Pania[1] tra l’aurora e il noto,
Dall’altre parti il giogo mi circonda
141Che fe d’un Pellegrin la gloria noto:
  Quest’è una fossa ove abito, profonda;
D’onde non muovo piè senza salire
144Del selvoso Apennin la fiera sponda.
  O siami in rôcca, o voglia all’aria uscire,
Accuse e liti sempre e gridi ascolto,
147Furti, omicidî, odî, vendette ed ire:
  Sì che or con chiaro or con turbato volto,
Convien che alcuno prieghi, alcun minacci,
150Altri condanni, altri ne mandi assolto;
  Ch’ogni dì scriva ed empia fogli, e spacci
Al duca, or per consiglio or per ajuto,
153Sì che i ladron, c’ho d’ogn’intorno, scacci.
  Dêi saper la licenza in ch’è venuto
Questo paese, poi che la Pantera,[2]
156Indi il Leon l’ha fra gli artigli avuto.
  Qui vanno gli assassini in sì gran schiera,
Ch’un’altra che per prenderli ci è posta,
159Non osa trar del sacco la bandiera.
  Saggio chi dal castel poco si scosta!
Ben scrivo a chi più tocca, ma non torna,
162Secondo ch’io vorrei, mai la risposta.[3]
  Ogni terra in sè stessa alza le corna,
Che sono ottantatrè, tutte partite
165Dalla sedizïon che ci soggiorna.
  Vedi or se Apollo, quando io ce lo invite,
Vorrà venir, lasciando Delfo e Cinto,
168In queste grotte a sentir sempre lite!


  1. Monte altissimo negli Appnanini. Il monte di San Pellegrino è altra gran montagna ove si conservano le ossa del pio eremita, da cui ha il nome. — (Molini.)
  2. Insegna della repubblica di Lucca. Così, nei Decennali, il Machiavelli: «Ed al vostro Leon trasser de’ velli La Lupa con San Giorgio e la Pantera.»
  3. Avvertì il Baruffaldi, come da alcane lettere di Lodovico, esistenti nell’Archivio Estense, e già vedute dal Tiraboschi, si raccolga «che la corte non gli porse (allora) tutto quel braccio che all’uopo era per lui richiesto.» Vita ec., pag. 189.
ariosto.Op. min. — 1. 17

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