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SATIRA SESTA.




A MESSER BUONAVENTURA PISTOFILO,

SEGRETARIO DEL DUCA.[1]


  Pistofilo,[2] tu scrivi che se appresso
Papa Clemente, ambasciator del duca
3Per un anno o per dui voglio esser messo,
  Ch’io te ne avvisi, acciò che tu conduca
La pratica; e proporre anco non resti
6Qualche viva cagion che mi v’induca:
  Che lungamente sia stato di questi
Medici amico, e conversar con loro
9Con gran dimestichezza mi vedesti,
  Quando eran fuorusciti, e quando fôro
Rimessi in stato, e quando in sulle rosse
12Scarpe Leone ebbe la croce d’oro:[3]
  Che, oltre che a proposito assai fosse
Del duca, estimi, che tirar a mio
15Utile e onor potrei gran poste e grosse;
  Chè più da un fiume grande che da un rio
Posso sperar di prendere, s’io pesco:
18Or odi quanto a ciò ti rispondo io.
  Io ti ringrazio prima, che più fresco
Sia sempre il tuo desir in esaltarmi,
21E far di bue mi vogli un barbaresco;
  Poi dico, che pel fuoco e che per l’armi,
A servigio del duca in Francia e ’n Spagna,
24E in India, non che a Roma, puoi mandarmi:
  Ma per dirmi che onor vi si guadagna
E facultà, ritrova altro zimbello,


  1. Bonaventura Pistofilo seniore, da Pontremoli, fu segretario del duca Alfonso e amico dell’Ariosto, — (Molini.) — A questo segretario si attribuisce una Vita di esso principe, tuttora inedita nella Costabiliana di Ferrara; una copia della quale avendo noi potuta avere sotto gli occhi, ce ne siamo valsi talvolta nella illustrazione di questi volumi.
  2. Idem c.s.
  3. Vedi la Satira IV, ver. 85 a 105.
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