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I CINQUE CANTI

pubblicati nel 1545.



CANTO PRIMO.




ARGOMENTO.


  Alcina delle Fate al gran consiglio
  Chiede vendetta dell’offeso onore;
  E con l’Invidia ria preso consiglio,
  Move di Gano a tanto effetto il core;
  Mentre l’imperator dall’aureo Giglio
  Di tutti i suoi guerrier premia il valore:
  Poi Gano tratto a forza ov’era Alcina,
  Trama di Carlo alfin l’alta ruina.

1 Sorge tra il duro Scita e l’Indo molle
Un monte[1] che col ciel quasi confina,
E tanto sopra gli altri il giogo estolle,
Ch’alla sua nulla altezza s’avvicina:
Quivi, sul più solingo e fiero colle,
Cinto d’orrende balze e di ruina,
Siede un tempio il più bello e meglio adorno
Che vegga il sol, fra quanto gira intorno.

2 Cento braccia è d’altezza, dalla prima
Cornice misurando insin’ in terra;
Altre cento di là verso la cima
Della cupola d’or ch’ in alto il serra:
Di giro è dieci tanto, se l’estima[2]

  1. Parla dell’Imavo. Vedi la st. 38, v. 1. — (Molini.)
  2. Per lo stesso che Stima, Estimazione, e simili. Proposero quest’aggiunta al Vocabolario gli antecedenti editori; l’accettarono i compilatori bolognesi. E così dicasi quanto al senso del verbo Soccorrere nella seguente st. 15.

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