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canto secondo. | 409 |
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Volar al ciel, o profondarsi in mare,
Per volersi del caso vendicare.
84 Fuggía Rinaldo, ed ella seguitava
Tanto, che fuora delle schiere usciro.
Allor Rinaldo a quella si voltava,
Dicendole: — Sorella, assai mi ammiro
Che tanto il tuo fratello ora ti aggrava,
Che dar gli cerchi l’ultimo martiro:
Se ben son travestito e non sto saldo,
Io però sono il tuo fratel Rinaldo. —
85 E verso lei alzata la visiera,
Fecela chiara di quel ch’era incerta.
Visto alla faccia che quello appunto era
Rinaldo, e che ne fu la dama certa,
Depone ogni furor, giubila, e spera
Che presto sua possanza sia scoperta;
E in ben di Carlo e danno de’ Pagani,
La vittoria per lui fia de’ Cristiani.
86 Dopo molte parol’ tra lei e lui,
Rinaldo le contò l’ordine dato
Col re d’Oranio e i capitanei sui,
Sì come per addietro hovvi narrato;
Onde soggiunse: — A te prima che altrui
Il mio pensier secreto ho revelato,
Acciò che vadi al capitan Dainese,
E quel ch’io a te, tu a lui facci palese.
87 Digli che in punto con due squadre stia,
Con qualche che a lui piaccia baron franco;
E che quando levato il rumor sia
Nel campo de’ Pagan, venga per fianco,
Chè di venir li[1] avrà secura via;
Nè può venirne tal disegno a manco.
Egli da lato, e noi da la codazza,
Porremo a morte gl’inimici e in cazza.
88 E senza spia che gli riporti quando
Comparir deva, digli che pur presto;
Chè il cominciar tal cosa è a mio comando,
E che il troppo tardar mi è già molesto.
Comincierò adoprar súbito il brando
- ↑ I primi editori scrissero lì; ma noi crediamo da intendersi, com’è caso frequentissimo, li, avverbio locale, per Vi o Ivi.
ariosto. — Op. min. — 1. | 35 |
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