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430 | rinaldo ardito. |
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Che a lui conduca favore apostolico,
Chè così spera fare opre mirifice;
E il culto di Macon, qual è diabolico,
Male ordinato e di peggiore artifice,
Estinguere ivi almen dove si vede
Sepulto il Fondator di nostra fede.
32 E súbito rivolto ai baron tutti,
Comanda lor che in punto ognun si metta,
E l’altro giorno a corte sian ridutti
Per andar contra[1] il pastor santo in fretta.
Non pur li gran signor, ma donne e putti,
Ciascun di andarli si provvede e affretta;
E par che Iddio dal cielo e i benedetti
Angeli insieme ognuno in terra aspetti.
33 E così far si deve, e potea farse
In quella età che avea fedel pastori;
Ma se or son l’alme di conscienzia scarse,
Causa ne sono i papi e loro errori,
Che a’ nostri tempi attendono a ingrassarse
Tra le spurcizie e i vani adulatori,
Con spesse simoníe, con tali imprese[* 1]
Che a vender son forzati insin le chiese.[2]
34 Così[3] in punto si mosse[4] il gran re Carlo,
E contra al papa andò con la sua corte,
Per farli reverenzia[* 2] e accarezzarlo,
Come a pastor convien di simil sorte.
Andò lontan sei miglia ad aspettarlo,
E farli compagnia dentro alle porte
Di Parigi, che aspetta a grande onore[* 3]
Veder de’ Cristïan l’alto pastore.
35 Andònli incontra fuori di Parigi,
Col vescovo Turpino, e preti e frati,
Con le lor croci, neri, bianchi e bigi,
Con ricche[5] veste ben tutti addobbati;
- ↑ Per incontro.— (A.-G.) Vedi anche il ver. 2 della seguente stanza 51.
- ↑ Zara a chi tocca; ma il colpo sembra diretto contro i pontefici della stirpe dei Medici.
- ↑ Questa stanza fu prodotta dal Baruffaldi come parte del Canto III.
- ↑ Leggeva il Baruffaldi: si mise; indizio di una terza e più vera lezione: pel modo di si misse o messe.
- ↑ Il MS: ricce. E vedi la sottonotata variante al verso ottavo, anche pel modo di scrivere reliquie.