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66 | i cinque canti. |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ariosto-Op.minori.1-(1857).djvu{{padleft:95|3|0]]
Mostrò che Carlo lo mandasse ancora,
Come a tutti tre insieme, e poi divisa-
mente a ciascun da Carlo scritto fôra.[1]
Sotto il nome del re, Gano gli avvisa
Che navighi Ruggier senza dimora
Ver’ le colonne che Tirintio fisse,
E sorga sopra la città d’Ulisse:[2]
42 E Marfisa, cogli altri da cavallo,
Si vada con Rinaldo a porre in schiera;
Chè vinto Unuldo, come senza fallo
Vederlo vinto in pochi giorni spera,
Vuol che assalti Galizia e Portogallo:
Nè l’impresa esser può se non leggiera;
Chè gli dà ajuto, passo e vettovaglia
Alfonso d’Aragon, re di Biscaglia.
43 Appresso scrive all’animosa figlia
Del duca Amon, che stia sicuramente;
Che nè da terra nè da mar Marsiglia
Ha da temer di peregrina gente.
Se false o vere son, non si consiglia,
Nè si pensa alle lettere altramente:
Ruggier va in Spagna, Marfisa a Morlante,
Resta a guardar Marsilia Bradamante.
44 L’imperadore, intanto, che le frode
Non sa di Gano, e solo in esso ha fede,
Di tutti gli altri amici il parer ode,
Ma solamente a quel di Gano crede;
Nè cavalier se non che Gano lode,[3]
A far quella battaglia non richiede:
Con lui consiglia chi si debba porre
Nei luoghi onde li duo s’aveano a tôrre.
45 Quando Gano ha risposto, ogni altro chiude
La bocca, nè si replica parola.
In luogo di Rinaldo egli conchiude
Che mandi Namo: e l’intenzion n’è sola
Perchè Rinaldo, a cui le voglie crude
L’ira facea, lo impicchi per la gola;