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98 i suppositi.

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ariosto-Op.minori.2-(1857).djvu{{padleft:108|3|0]]avere rispetto ch’io son qui forestiero, nella miseria in che al presente mi ritrovo, o riguardare a Dio, che giustissimo giudice ogni cosa intende, al primo tratto tu hai falsamente testificato ch’egli è Erostrato costui, il quale tutto il mondo e la natura insieme non lo potríeno fare che Dulipo non fussi.

Lico.     Se tutti gli altri testimoni in questa terra son così fatti, si deve provare ciò che si vuole.

Ferrarese.     Gentiluomo, dopo che in questa terra venne, non so donde, costui, l’ho sempre udito nominare Erostrato, e per figliuolo d’un Filogono catanese riputato. Che egli sia quello o no, lascerò a voi giudicare, ed a chi, prima che venisse in questa città, ha di lui cognizione avuta. Chi depone quello che crede che così sia, nè appresso Dio nè appresso gli uomini si può per falsario condennare. Io non ho detto se non quello che avevo da gli altri udito, e che per me stimavo che così fusse.

Filogono.     Ah lasso! costui che al mio carissimo Erostrato diedi per famiglio e scôrta, averà o venduto o assassinato il mio figliuolo, o di lui fatto qualche pessimo contratto, ed averàssi, non solo e panni e libri e ciò che per il vivere suo da Sicilia conducea, ma il nome ancora di Erostrato usurpato, per potere le lettere di banco ed il credito ch’io davo al mio figliuolo, senza altro impedimento usare a beneficio suo. Ah misero ed infelice Filogono! ah infortunatissimo vecchio! Non è giudice o capitano o podestà o altro rettore in questa terra, a cui mi possa ricorrere?[1]

Ferrarese.     Ci abbiamo e giudice e podestà, e sopra tutto un principe giustissimo. Non dubitare che ti sia mancato di ragione, quando tu l’abbia.

Filogono.     Menami per tua fè, menami adesso o a principe a podestà o a chi pare a te, ch’io gli voglio fare vedere la maggiore barrería, la maggior iniquità e ’l più scelerato maleficio che si commettessi mai.

Lico.     Padrone, a chi litigare vuole, bisogna quattro cose, e tu lo sai: ragion prima, chi la sappia dire, favore e chi te la faccia.

Ferrarese.     Favore? di questa parte non odo che le leggi ne facciano menzione.


  1. Due volte costruito a maniera di riflessivo (cioè ancora al principio di questa scena), come Richiamarsi, Querelarsi ec. Sarà stato in uso nella provincia in cui l’autore scriveva, e non fu dai filologi avvertito. Vedi La Cassaria (in prosa), pag. 34, lin. 34 nota 1.
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