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104 i suppositi.

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Cleandro.     Va pur: s’io non te ne pago, mutami nome.

Pasifilo.     Che diavolo mi puoi tu fare? Io non ho robba un tratto,[1] ch’io tema che tu mi ci muova lite.

Filogono.     Tu sei intrato in collera.

Cleandro.     Questo tristo... Ma lasciamo andare; ritorniamo al fatto nostro. Non cessarò, ch’io lo farò[2] impiccare, come merita.

Filogono.     Tu sei turbato, e mi darai mala udienza.

Cleandro.     No no; dimmi pur il fatto tuo.

Filogono.     Io dico che si mandi in Catania, e che si faccia...

Cleandro.     Sì sì, ho inteso questo; ed è necessario far così. Ma come è tuo servo colui, e donde l’avesti? informami del tutto pianamente.[3]

Filogono.     Ti dirò. Al tempo che da gl’infideli Otranto fu preso...

Cleandro.     Ahimè! tu mi ricordi i dolor miei...

Filogono.     Come?

Cleandro.     Chè allora io uscî di quella terra, ch’è la patria mia, e vi persi tanto, che io non spero mai più racquistarlo.

Filogono.     Me ne duole.

Cleandro.     Séguita.

Filogono.     In quel tempo, alcuni Siciliani nostri che con tre buone armate galée scorreano il mare, ebbero spia d’un legno de’ Turchi, che dalla presa città con ricchissima preda verso Valona si ritornava.

Cleandro.     E forse ve n’era una buona parte del mio.

Filogono.     Ed alla volta di quella se n’andorno, e furno alle mani seco, e lo presero finalmente, ed a Palermo, onde erano egli, se ne ritornorno; e fra le altre cose che vi posero in vendita, vi aveano costui, allora fanciullo di cinque in sei anni.

Cleandro.     Uno de la medesima età, ah lasso! in Otranto lasciai.


  1. Alla fine. — (Tortoli.) — Nel senso stesso dicevasi: Una volta, come in questa scena medesima: «una volta lo comprai de’ miei danari.» E vedi la nota 2 a pag. 7 di questo volume.
  2. Non mi fermerò, non resterò di adoperarmi, senza ch’io lo abbia fatto ec. Così nella scena seguente: «Non morirò, che trarrò la lingua a un par di queste cicale.»
  3. Così tutte le stampe. Un moderno editore credè doversi correggere in questo luogo, come al fine della scena settima, pienamente.
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