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atto secondo. — sc. i. 17

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Fulcio.     Chè, gli uccelli di rapina che usano dietro al mare, non lo becchino, ritrovandolo così nudo.

Erofilo.     Ve’, Cariodoro, come ci beffano li manigoldi! Ah misero chi è servo d’amore!

Volpino.     È più misero chi è servo de’ servi d’amore. Non ti giudicavo, Erofilo, di sì poco animo, che sentendoti Volpino appresso, in sì piccola cosa ti avessi a sbigottire.

Erofilo.     Piccola cosa è questa? nessun’altra maggiore mi potrebbe essere.

Volpino.     Guardami in viso.[1] Partesi il ruffiano, come hai detto? Ancora se[2] per viltà non mi mancate, non sarà un’ora di notte (benchè avemo più del giorno poco), che averete tutti dui parimente le vostre donne in braccio; e questo Lucrano, uomo sì arrogante, toserò come una pecora.

Erofilo.     O uomo di gran pregio!

Caridoro.     Volpino mio da bene!

Volpino.     Ma dimmi: hai tu apparecchiato, come ti dissi, le forbici da tosarlo?

Erofilo.     Di che forbici m’hai tu parlato?

Volpino.     Non t’ho detto che di man del Nebbia facessi opera di avere le chiavi della camera di tuo padre?

Erofilo.     L’ho fatto.

Volpino.     E che togliessi quella cassa che ti mostrai?

Erofilo.     T’ho obbedito.

Volpino.     E che mandassi fuor di casa tutti li famigli?

Erofilo.     Così ho fatto.

Volpino.     E più di tutti gli altri il Nebbia?

Erofilo.     Non ho lassato cosa che mi abbi detta.

Volpino.     Bene sta: queste le forbici sono che ti dimandavo: or attendi a quanto vô che si faccia. Ho ritrovato uno mio grande amico, servo de’ mammalucchi del Soldano, venuto per faccende del suo padrone a Metellino, dove non fu mai più, nè credo che ci sia un altro che lo conosca. Io gran pratica al Cairo ebbi con lui, già fa l’anno, che vi andai con tuo padre, dove stemmo più di duo mesi; e dimane ha da partirsi a l’alba.

Erofilo.     Che avemo noi a intender di questa amicizia?


  1. Modo ripetuto anche nella Commedia in versi; ed è un’ellissi di sentimento, quasi: guardami in viso per vedere s’io parlo per beffa o da senno.
  2. Le altre edizioni leggono ancora sì; ma, parmi, senza senso. Io intendo questo passo così: se anche questa volta per viltà, ec. — (Tortoli.) — Il Barotti soppresse ancora.

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