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atto secondo. — sc. i. | 19 |
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Erofilo. Mi parrebbe pur gran sciocchezza poner cosa di tanta valuta a così manifesto periculo. Non sai tu, come io so, che quella cassa tutta d’ori tirati[1] è piena, che due millia ducati compreríeno appena? e più, che quella è d’Aristandro,[2] chè mio padre la tiene in deposito? Queste mi pajon forbici da tosar noi, più presto che la pecora che m’hai detta.
Volpino. Mi estimi tu di sì poco ingegno, che io cerchi perdere una cosa di tanto prezzo, e che pensato prima non abbia come riaverla subito? Lásciane, Erofilo, la cura a me: io sto a periculo più di te, quando non riuscisse il disegno: della qual cosa non dubito. Tu ne sentirai le grida solo; io il bastone, o ceppi o carcere o remo.
Erofilo. Che via sarà del racquistarla, se non se gli portan li danari? de’ quali avemo nessuna cosa meno. E se ritornasse mio padre intanto, o che nascosamente Lucrano si fuggisse, a che termine ci troveremmo noi?
Volpino. Se hai tanta pazienzia che m’ascolti, vederai che il mio disegno è buono, e che non v’è periculo che, súbito e senza alcun danno, non si riabbia la cosa nostra.
Erofilo. Io t’ascolto; or di’.
Volpino. Tosto che in man di Lucrano sia rimasa la cassa, e che ’l mercante nostro t’abbia la femmina condotta, noi ci anderemo al Bassam, padre di Caridoro, al quale tu farai querela che questa cassa ti sia stata di casa tolta, e che suspetti che un ruffiano vicin tuo te l’abbia tolta.
Erofilo. Intendo; e sarà cosa credibile.
Volpino. E che tu lo preghi che ti dia il braccio, sì che tu possa andare a cercarli la casa. Caridoro ti sarà favorevole appresso il padre, che teco mandi il barigello a tale effetto.
Caridoro. Sarà facile, ed io, bisognando, ci verrò in persona.
Volpino. Saremo sì presti, che la cassa gli troveremo súbito in casa, chè non gli daremo tempo di poterla trafugare altrove. Egli dirà ch’un mercatante per il prezzo d’una sua femmina gliel’ha lasciata pegno. Chi vorrà credere che per cosa che val cinquanta appena, si lasci la valuta di più di mille assai? Trovatogli appresso il furto, sarà strascinato in prigione, ed impiccato forse: sia squartato ancora, che pensiero n’averemo noi?