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376 | il negromante. |
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Ma che fa la mia bella e dolce Emilia?
Astrologo.Arde per vostro amor, tanto ch’io dubito
Che s’io produco troppo in lungo a porvela
In braccio, come neve al sol vedremola,
come fa la cera al fuoco, struggere.
Nibbio.(Ciò ch’egli dice è bugia; ma sapràgliela
Sì bene ornar, che gliela farà credere.)
Camillo.Per non lasciarla dunque voi distruggere,
E me morir poi di dolor, forniscasi;
Ch’io son ben certo, che dicendo libera-
mente voi, che impossibil sia che Cintio
Mai consumi con essa il matrimonio,
Che ’l[1] padre suo non negherà di darmela.
Astrologo.Mi fa ella ancor questi preghi medesimi.
A voi che amate, e che lasciate reggervi
All’appetito, par che ciò far facile-
mente si possa, perch’aura avvertenzia
Non avete, che al vostro desiderio.
Ma ditemi: s’io dico che incurabile
Sia la impotenzia di Cintio, e rimedio
Non gli abbia fatto ancor, non darò indizio,
Anzi segno di fraudo evidentissimo?
Camillo.Sempre al vostro parer mi vô rimettere.
Nibbio.(Come è soro e innocente[2] questo giovane!)
Astrologo.Almen voi sête più di lei placabile.
Camillo.Ella non fa cosi?
Astrologo. Così , eh? S’incollera,
Non mi vuole ascoltar, e piange, e dicemi
Ch’io meno in lungo questa trama a studio.
Camillo.Io non dirò mai più che a voi possibile
Non sia ogni cosa, poichè così accendere
Di me l’avete potuta sì subito;
Dalla quale, in cinque anni che continua-
mente ho amato e servito, un segno minimo
Non potetti aver mai d’esserle in grazia.
Nibbio.(Quando lo battezzâr non doveva essere
Sale al mondo, chè non trovàr da porgliene
Un grano in bocca).