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402 il negromante.

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Fazio.Ve’, questo è un grosso: fammi anco un servizio.
Facchino.Lo farò.
Fazio.              Va alle Grazie, e di’ al vicario,
Ch’io mando a tôr da lui quelli raponzoli[1]
Di che jer gli parlai.
Facchino.                                  Credo ci sieno
Più di due miglia.
Fazio.                              E sian: vuoi, se non, essere[2]
Pagato?
Facchino.              Da cui parte hogli io da chiedere?
Fazio.Da parte di Bertel che fa le maschere.
Facchino.Io vo.
Fazio.            Va sì lontan che non ci capiti
Mai più innanzi. Or vedrai, che se far utile
Questa cassa incantanta o beneficio
A donna debba, al cui letto s’approssimi,
Che farem farlo alla nostra Lavinia;
Non come avea disegnato lo astrologo.
Temolo.Voi dite il ver; ma meglio ancora vogliovi
Insegnar.
Fazio.                Di’.
Temolo.                       Venite su, e rompiamola
In pezzi, in fondo a un cesso sotterriamola,
O bruciânla più tosto, chè non n’odano
Mai più novella; e s’avvien che ritornino
Qui col facchino e voglino repeterla,
Gagliardamente potiate rispondere
Che il facchin mente e non san che si dicono.
Apri lor gli usci, e lascia che la cerchino
Per tutto.
Fazio.                  Noi ci porremo a pericolo
Di ruinar la casa, che certissimo
Sono che tutta sia piena di spiriti.
Temolo.Voi date fede a tai sciocchezze? Oh semplice
Uomo! Sopra me sia tutto il pericolo.


  1. Chi prima avéa qui cambiato raponzoli in raperonzoli, il fe certo per non aver trovato ne’ vocabolari il primo de’ due, che è pure nell’uso di gran parte d’Italia, e più conforme alla latina origine rapunculus.
  2. Il solo Barotti legge: vuoi non essere. Abbiamo nella puntuazione seguito il signor Tortoli, che pur dubitando d’errore corso ab antico in tal passo, ne propose questa spiegazione: «Se non vai, se non mi fai questo servizio, vuoi tu, pretendi tu di esser pagato?»
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