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464 la scolastica.
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Vien messer Lazzar?
Riccio.                                 Non può star a giongere
Molto.
Eurialo.          (Stiam freschi.) Ove l’hai visto?
Riccio.                                                            A Sermede.[1]
Accursio.Io ’l lasciai pur, che in un giorno medesimo
Da Pavia ci partimmo, ch’aveva animo[2]
Di non venire a Ferrara.
Riccio.                                        Si mutano
Facilmente le volontà degli uomini.
Eurialo.(Mira se la fortuna mi perseguita!)
Riccio.Ben ir voléa per l’altro Po; ma avendogli
Parlato un certo amico suo, ed io dettogli
La causa del venir mio, a un tratto fêmmolo
Mutar d’opinïon, che montò subito
In un burchiello, egli e la moglie, e insieme la
Figliuola, e credo una fantesca;
Eurialo.                                                    (Ah misero
Me, destinato alle disgrazie!)
Riccio.                                                  E manda gli
Altri, col burchio di sue robbe carico,
A Francolin,[3] dove vuol che l’aspettino.
Accursio.Messer Lazzar vien qui?
Riccio.                                          Vuoi ch’io tel replichi
Più? dicovi che viene, e dovrebb’essere
Gionto già un’ora, se’l vento contrario
Non gli fusse tutt’oggi stato. Dissemi
Voler venir per far che senza strepito
Fra voi e me le cose s’adattassero;[4]
Poi, per certo altro fatto ch’egli ha impostomi.
Accursio.S’adatteran facilmente, chiarendoti
Che di cotesto noi non siam colpevoli.
Riccio.Pensa pur altro, e credi che pochissimo
Meco il dissimular vi giovi e ’l fingere.
Ma vô star cheto fin che messer Lazzaro


  1. Così l’autografo. — Sermide, — come Gabriele emendava — è «terra grossa del Mantovano alla destra del Po di Lombardia.» — (Barotti.)
  2. Seguitiamo pur sempre l’autografo. Tutte le stampe da noi conosciute, e l’apografo di Gabriele, hanno invece di questi due versi; «Egli mi disse pur il dì medesimo Che da Pavia partimmo, ch’avea animo ec.»
  3. Luogo prossimo a Ferrara, più volte nominato.
  4. Per Accordare, Concordare. Esempio notabile.
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