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atto quarto. — sc. v, vi. | 481 |
Lazzaro.Col consenso del padre; e che l’infamia
D’averla fatta con quell’altra femmina...
Accursio.(Oh ti possa cader la lingua, Lazzaro!)
Lazzaro.Fuggir, l’abbia levata, e in cambio resole
Onor, ne rimarrà soddisfattissima.
Bonifacio.Non andiamo più innanzi, ma voltiamoci
Ad altra strada: là dinanzi fabbrica-
si, che l’andar più oltre potría rompere.
SCENA VI.
BARTOLO, ACCURSIO, PISTONE, STANNA.
Bartolo.Hai tu inteso le parole, Accursio,
Di quell’uomo da bene? E che significa
Che Eurialo abbia spessita questa giovane?
E chi è questo Eurialo e questa giovane?
Non hai tu inteso ancora questa istoria?
Chè non rispondi? Che ti venghi il cancaro!
Accursio.Io non rispondo, ch’io non so rispondere,
Chè non intendo cosa ch’egli dicano:
Se non intendo, non posso già intendere.
Bartolo.Tu non intendi? parlano in ebraico?
Tu sai meglio sto fatto dal principio
Al fin, che non sanno essi che ne parlano.
Dimmi: chi è questo Eurialo e questa giovane?
Accursio.Non mi batter, padrone, chè diròlloti.
Bartolo.Di’ su: chi è questo Eurialo e questa giovane?
Accursio.Non più, padron, non più, ch’omai diròlloti.
Bartolo.Di’ su.
Accursio. Gli è tuo figliuolo, ch’una giovane
Ch’egli amava in Pavia, qui ha fatto fuggere[1]
In compagnia d’un’altra povra femmina.
Bartolo.Tu mi chiarirai pur questo insolubile,
Ghiotton, ghiotton! Questo sarà lo studio
In che s’è esercitato il nostro Eurialo
Fuori di casa, con tanto dispendio!
Buono e fedel sarà stato il servizio
- ↑ Lombardismo altre volte ripetuto, e simile all’accàdervi per accadérvi, e provvédervi per provvedérvi, che troveremo alla pag. 482 e 487. Lo stesso dicasi del seguente povra per Povera. Gabriele, che volle toglier di mezzo la plebeità o la sincope, rifece questo verso: «In compagnia d’una povera femmina.»
ariosto. — Op. min. — 2. | 41 |
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