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500 | la scolastica. |
Ben ragionar fra loro, e che non abbiano
Sospetto ch’io gl’intenda.)
Claudio. (Ho del mio ospite
Inteso il soprannome. Ei ci debbe essere
Sotto certo qualcosa di piacevole.)
Lazzaro.(Ma così di lontan non voglio muovere
Però da questi la vista; chè bastami
L’animo dagli lor visi comprendere
Quel che di questo fatto abbi a succedere.)
Claudio.Che comanda messer Bartolo? Piacevi
Or questo nome?
Bonifacio. Secondo il succedere
Suo.[1] Ben vi dirò poi con più comodo
Com’io l’abbia acquistato; perchè attendere
Or mi bisogna ad altro.
Claudio. So ch’attendere
Or vi bisogna ad altro.
Bonifacio. È ver, sapetelo?
Come il sapete?
Claudio. Io ’l so; chè da principio
V’ho inteso ragionar per fin all’ultimo;
E tutto ottimamente, perchè prossimo
V’era,[2] e non mi vedevate.
Lazzaro. (Il principio
Dev’esser in narrargli come accortomi
Del fatto, allor allor gli diei licenzia
Di casa mia.)
Bonifacio. Adunque, necessario
Non mi sarà narrarvi il desiderio
Ch’abbia quest’uomo, che gli siate genero.
Claudio.Ho inteso il tutto; e sapete se piacemi.
Lazzaro.(Ora gli debbe dir come in esilio
Io ’l feci porre. In ver, fu grave ingiuria,
Che potrebbe esser causa che rimettere
Non si vorrà a partito ch’io desideri.
S’io non credessi ch’altri mi vedessero,
Tôrrei gli occhiali per meglio discemere.
Bonifacio.Bastería borbottar come la scimia,