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LETTERE.
I.[1]
Al cardinale Ippolito d’Este.
Illustrissimo signor mio.
Come heri fui a Rezo, intesi che ’l signor Alberto si ritrovava a Carpi; e volendo andar a ritrovarlo, fui advertito che li Stradiotti ecclesiastici erano corsi a Correggio, et avean preso un figlio del signor Borso; et che erano etiam corsi a San Martino le due vie per le quali si va a Carpi. Et per questo súbito mandai a posta uno a piedi con una lettera al signor Alberto, avvisando Sua Signoría ch’io ho da parlarli d’una sua facenda importantissima, e de quella medesima de che più volte avessimo insieme ragionamento a Roma. Et nella lettera non ho nominato V. S., e l’ho pregato che veda qual loco gli pare dove li potessi parlare senza pericolo; e non si potendo altramente, mi mandi un suo fidato ch’io conosca, con una sua de credenza. Mentre ch’io l’aspetto, V. S. me avvisi se mandandomi un suo fidato, io gli ho da parlare circa etc. Et a Vostra Signoría mi raccomando.
Questa notte li Ecclesiastici sono corsi a San Martino, e questa mattina sono venuti presso due miglia a Regio, et hanno menato via bestiame. Se dice che sono stati alle mani con Badino, et gli hanno presi due o tre balestrieri.
Servitor
Lodovico Ar.
Fuori — Illmo et Reverend Dno Dno singulariss.
Cardinali Estensi, Parme.
Cito cito p. postas.
- ↑ Pubblicata dal Baruffaldi, Vita di M. Lodovico Ariosto ec., pag. 270.