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lettere. 543

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ariosto-Op.minori.2-(1857).djvu{{padleft:553|3|0]]di V. S. Circa che vi dolete che ’l cancelliero di questa[1] fosse ammalato a Padova e V. S. niente ne seppe, V. S. sappia, che quando gli venne alli Bagni la prima febbre, accadette che vi si trovò il cavaliero degli Obici, e lo pregò che venisse a Padova ad alloggiar seco finchè fosse risanato; e tanto lo persuase, che lasciò di venire a Ferrara, come avea prima deliberato, ed andò a Padova, dove ebbe un’altra febbre, che fu terzana. Ed avendo egli disegnato, risanato che fosse, di star qualche giorno in Padova, dove avría visitato V. S. e gli altri suoi amici, sopraggiunse il signor duca, e lo menò seco a Vinegia, che ancora era debole e non ben guarito; sicchè gli mancò il tempo di far quello ch’era il debito suo: e però V. S. lo scusi. S’un’altra volta gli accadesse a venire in quelle parti, rifaría questo dove ora par che sia mancato; ed a V. S. molto si offerisce e raccomanda.

Il lino ebbi; del quale, oltra quello che di villa io le scrissi, senza fin la ringrazio, e per amor suo me lo goderò; ancora che mi pare che dovéa bastare che l’anno passato V. S. me ne donò. Così mi pare che la voglia[2] far mia feudataria. Alla quale mi raccomando sempre, e la priego che da mia parte abbracci la madonna sua madre, e sue sorelle; e all’una e all’altre senza fin mi raccomando; e s’io posso lor far servizio, che senza rispetto mi comandino, c’ho gran piacere e desiderio di far lo’[3] cosa grata.

          Ferrara, 26 ottobre 1531.
                                                       Di V. S.

Alessandra Strozza.


Fuori — Al Magnco Messer Giovanfrancesco de’ Strozzi.
     A Padova.


XIII.[4]

Allo stesso, come fratello onorando.


          Magnifico messer Giovanfrancesco.

V. S. intenderà per la lettera di fra’ Gasparo, come è venuto a Ferrara indarno; e questo per colpa del portator


  1. Cioè lo stesso Ariosto, come nella Lettera X ed altre; e quanto qui segue, è relativo ai casi di lui medesimo. Vedasi il Baruffaldi, Vita ec., pag. 208.
  2. Così la stampa del Pitteri, ma gioverebbe correggere: la si voglia.
  3. Lo’ per lor, frequentissimo anche in certi vernacoli di Toscana.
  4. È tra le raccolte dal Barotti, l. c, pag. 395.
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