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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Ariosto-Op.minori.2-(1857).djvu{{padleft:556|3|0]]quando non vi vorrete servir di lei, voi e vostra sorella e tutta casa vostra, dubiterà che non le vogliate bene. Alli quali tutti si raccomanda sempre, ed io appresso.
Ferrara, 20 ianuarii. 1532.
Di V. S. sempre,
Lodovico Ariosto.
XV.[1]
Allo stesso.
Magnifico messer Giovanfrancesco mio onorando.
Ho avuto, insieme con messer Guido e con madonna Alessandra, gran dispiacere della lettera, che vi sia stata aperta. S’userà per l’avvenire più diligenza, che non accada più. Lo amico non è ritornato ancora dal loco dove era andato: pur si aspetta in breve. Come sia ritornato, farò quanto per l’altra ho promesso a V. S. Circa il nome delli lavoratori, l’uno ha nome Pier Antonio Tomi, e l’altro Santo Zago. Madonna Alessandra mi dice, che non facciate fondamento sopra queste possessioni, perchè ha da messer Guido intenzione che più tosto vi saran date per una dimostrazione, che perchè sieno in effetto quelle che v’abbiano a fare le spese, perchè lui[2] vi mancherà di tutto quello ch’avrete bisogno. Purchè si faccia che l’amico sia contento, non vi avete a pigliar cura d’altro. Altro non dirò. Mi offero, e raccomando, insieme con madonna Alessandra, a Vostra Signoría.
Ferrara, xx febr. 1532.
Di Vostra Signoría,
Lodovico Ariosto.
XVI.[3]
Allo stesso.
Magnifico mio onorando.
Pel messo di Vostra Signoría ho avuto una sua lettera, per la quale ho inteso la morte del suo magnifico padre: cosa che mi è dispiaciuta, perchè d’ogni piacere e dispiacere di V. S. ne son partecipe, come debbe esser un amico per l’al-