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XXI.[1]
A Lucia Strozzi.
A nome dell’Alessandra Strozzi.
Molto magnifica Madonna onoranda.
Io avvisai a questi dì al magnifico figliuolo di V. S. del male del Messer, e poi come era guarito, anzi era andato due volte o tre fuori di casa. Ma dipoi è ricaduto, ed jeri ebbe una gran febbre. Mi è paruto mio debito di darne avviso; e perch’io non so dove messer Giovanfrancesco si ritrovi, ho voluto darne avviso a V. S., la quale sarà contenta di avvertirlo, che fin che ’l Messer non è ben sano, stia in loco dove possiamo sapere di lui per avvisarlo, se bisognerà. Alla quale mi raccomando, ed insieme a madonna Lucrezia, per infinite volte.
Ferrariæ, 18 iulii 1532.
Quanto ubbidiente figliuola di V. S.,
Alessandra Strozza.
Fuori — Alla molto Magn. come madre onor.
mad. Lucia moglie già del Magn. Mess.
Carlo de’ Strozzi. A Padova.
XXII.[2]
A Giovanfrancesco Strozzi.
A nome di Alessandra Strozzi.
(Il magnifico Ambasciator di Ferrara sia contento di fare ch’abbia ricapito fedelmente.)
Messer Giovanfrancesco mio onorando.
Credo che per un’altra mia averete inteso (la quale, non sapendo ove voi fossi, aveva dirizzata alla magnifica vostra madre) come messer Guido era ricaduto, e per questo vi facevo più fretta di dare espedizione alle vostre faccende, per attender a questa. Ora vi significo come, ancora che ’l
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