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XXIII.[1]
Allo stesso.
Magnifico messer Giovanfrancesco mio onorando.
Oltre quello che madonna Alessandra scrisse jeri al sicuro, chè credo[2] ch’avrete veduta la lettera, vi avviso che messer Guido ha pubblicato il parentado fra voi e lui a tante persone, che non può esser che molte donne non comincino a venire a visitar la sposa. Per la qual cosa madonna Alessandra vi prega, che, con quella più fretta che potete, mandate da far una veste o una sottana, ma più tosto una sottana; ed anche un scuffiotto; e che rimandiate il sarto incontanente sì per questo, sì ancora che sua mogliere sta gravissimamente, nè si spera che abbia a campare; e ritrovandosi lui fuori, non può esser senza pericolo della sua robba. Se le donne l’anderanno a visitare, e non si trovi meglio vestita, sarà vergogna di tutti. Sicchè affrettatevi quanto potete; e voi non passate li 20 dì di questo mese a trovarvi qui per sposarla: che solo questa causa intertiene messer Guido, che non va a l’officio, ed ogni dì è sollecitato d’andarvi. Circa il vostro venire con compagnia, so che madonna Alessandra vi ha scritto. A messer Guido non pare che vegnate se non più privatamente che potete; perchè, per aver avviate le sue robe, non avría modo di accettarvi con gran compagnia. In questo si ha da esequire la sua volontade. Mi vi offero, e raccomando.
Ferrariæ, 12 augusti 1532.
Vostro,
Lodovico Ariosto.
Fuori — Al molto magnifico quanto fratello onorando
Mess. Giovanfrancesco Strozzi.