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atto quinto. — sc. i. 51

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Erofilo.     Che Caridoro abbi del suo amore così piacevole successo, raddoppia l’allegrezza ch’io sento d’aver la mia Eulalia ritrovata; la qual mi è stata più gioconda a ritrovare dopo tanti disturbi e timori avuti che per me non fussi totalmente perduta, che se, quando prima io l’attendeva, me l’avessi condotta il mercante nostro; perciò che in quella aspettazione aveva una gran parte già finita e quasi communita[1] del mio gaudio.

Fulcio.     Così accade: che una buona cosa più diletta quando più viene insperata.

Erofilo.     E così uno improvviso male vie più che l’aspettato è molesto.[2] Il che provo al presente della pessima novella che m’hai detta, che mio padre sia tornato, e che abbi tutta la nostra pratica intesa, e sia Volpino, il nostro consigliere, in prigione.

Fulcio.     Tu potrai medicare facilmente tutto questo male. Con quattro o sei buone parole che tu dia a tuo padre, farai che averà di grazia a perdonarti, e farà ciò che tu vuoi, pur che gli mostri d’averlo in timore e in reverenzia; e di questa pace nascerà che libererai Volpino dal pericolo in che si truova: ed a te tocca, Erofilo, di salvarlo.

Erofilo.     Io ne farò ogni buona opera.

Fulcio.     Un’altra cosa che non meno importa, avemo a fare ancora.

Erofilo.     Che avemo a fare?

Fulcio.     Che dimattina all’alba questo ruffiano se ne fugga.

Erofilo.     Faccisi: chi l’impedisce che non possa fuggire?

Fulcio.     Il non avere uno aspro[3] da potersene (io tel so dire) levare con sua famiglia e robe, e da vivere per il cammino.

Erofilo.     Di questo con ogn’altro che con meco ti consiglia, chè per me non ho che dargli.

Fulcio.     Tu saresti ben povero: fàtti prestar danari.


  1. Abbiamo noi pure impresse queste parole come si leggono nelle antiche stampe; non senza però proporne questa molto probabile correzione: già fruita e quasi consunta (o consumata). In quanto a fruita, sta per noi la traslazione in versi, ove è detto: «già buona parte avevomi... fruito del gaudio.» Le parole e quasi communita, che il Barotti ed altri soppressero come inesplicabili, le stimiamo procedenti da mala intelligenza di consumta, o consumata, che sarà già stato nei manoscritti.
  2. Ant. stamp.: vi è più che l’aspettato molesto.
  3. Moneta turchesca di picciolissimo valore.
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