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S. Agostino e Darwin 19

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Egli lo ha veduto esistere potenzialmente nella materia prima e svolgersene «secundum causalem rationem» come ha veduto esistere nel mondo, fin dalla prima creazione, l’anima umana, «Illud ergo videamus utrum forsitan verum esse possit quod certe humanæ rationi tolerabilius mihi videtur, Deum in illis primis operibus, quæ simul omnia creavit, animam etiam humanam creasse quam suo tempore membris ex limo formati corporis inspiraret, cuius corporis in illis simul conditis rebus rationem, creasset causaliter, secundum quam fieret, cum faciendum esset, corpus humanum. Credatur ergo si nulla Scripturarum auctoritas seu veritatis ratio contradicit, hominem ita factum sexto die ut corporis quidem humani ratio causalis in elementis mundi, anima vero jam ipsa crearetur sicut primitus conditus est dies et creata lateret in operibus Dei»[1].



  1. «Vediamo adunque se possa esser vero ciò che indubbiamente mi pare più comportabile dalla ragione umana, avere Iddio creato, in quelle prime operazioni sue quando tutto a un punto creò, anche l’anina umana, onde spirarla poi, a suo tempo, nelle membra ch’Egli formava dal fango; delle quali membra avrebbe infuso in quelle cose a un punto create la ragione causale, secondo cui ne uscisse fatto, all’ora debita, il corpo umano. Credasi pertanto, ove nè autorità di scritture nè ragion di verità il contraddica, che l’uomo venne a esser fatto, nel sesto giorno, di un corpo che già potenzialmente esisteva negli elementi del mondo, di un’anima creata quando il giorno, e nascosta poi nelle opere di Dio.» De Gen. ad litt. vii, 35.
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