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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Battisti, Al parlamento austriaco, 1915.djvu{{padleft:34|3|0]]e da padrone a padrone. Ma per un contratto buono, se ne trovano dieci di cattivi.
Fra i coloni miete molte vittime la terribile pellagra. Questi lavoratori hanno per sè i danni del piccolo proprietario, senza essere proprietari. In loro sollievo i deputati clericali friulani, Don Faidutti e dott. Bugatto hanno nel luglio scorso invitato il Governo a presentare un progetto di legge che regoli i reciproci doveri e diritti fra possidenti e coloni. La loro proposta ha il difetto di essere un mezzo palliativo e di reclamare troppo poco. Poichè se è giusto imporre ai padroni l’obbligo dei patti scritti e delle rese di conto annue, se è giusto chiedere l’abolizione dei servizi domenicali — perfetto costume medioevale — e il diritto di risarcimento al colono che ha introdotto stabili migliorie nel fondo, è altresì essenziale abolire mediante legge molte altre disposizioni medioevali — fra cui citerò solo il diritto di pegno sugli attrezzi del lavoro — ed è essenziale stabilire che la mezzadria corrisponda nella sostanza anche al nome e sia per davvero divisione a metà delle rendite.[1]
Ed ora farò cenno della grande massa proletaria agricola, costituita dai piccoli possidenti.
Per avere un’idea delle condizioni della proprietà agricola, premetto che essa è gravata da un debito ipotecario di corone 150 milioni corrispondente al 200 per cento del valore fondiario dei terreni e delle case.
- ↑ Una proposta del dep. Dott. Battisti per l’elaborazione di una legge sul patto colonico nel Trentino fu presentata alla Dieta tirolese ed accolta ad unanimità nella tornata Maggio-Giugno 1914.