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IV.


  Qual de le forze sue si fida tanto
Che vincer crede Amor, Morte o Fortuna
Troppo s'inganna; ed io sol per quest'una
4Cagion, son posto a sempiterno pianto.

  Che sentendomi Amor dar questo vanto,
Nè vincermi potea con arte alcuna,
L'arme, del sangue mio vaga e digiuna,
8Per vil, sdegnato, la gettò da canto.

  Poi, tra sè mormorando, in terra scese:
Se tu il cuor credi aver fatto adamante,
11Ed io del sangue arò che sempre il lese. [1]

  Indi mi apparve un sì gentil sembiante
Che con un guardo sol mi vinse e prese;
14Poi tornò in cielo ed io rimasi amante.

  1. Le parole corsive sono quelle che non si trovano nell'edizione del Trucchi.
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