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Rime 71

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Ma il cor, già carbon facto in questo foco,
  Senza pace sperar, in tristo pianto,10
  À mutata sententia e chiede morte.
  E non trovando lei in cotal foco,
  Ora rovente et or bagnato in pianto,
  Si sta in vita assai peggior che morte.


XXVIII.

Misero me, ch’io non oso mirare
  Gli occhi ne’ quali stava la mia pace;
  Però che, come il ghiaccio si disface
  Al sol, così mi sento il cor disfare
  Per soverchio disio nel riguardare:5
  Et, s’altro miro, tanto mi dispiace,
  Ch’un giel noioso vienmi, il qual mi face
  Di morte spesse volte dubitare.
Tra questi extremi sto, né so che farmi:
  O arder tutto lor mirando fiso,10
  O di freddo morire altro guardando.
  L’un[1] mi duol men, ma troppo grave parmi
  Da cui salute spero esser ucciso,
  Et più duro mi par morir guardando.


XXIX.

S’io ti vedessi, Amor, pur una volta
  L’arco tirar et saettar costei,


  1. Uno dei due extremi: quello, cioè, indicato nel v. 10.
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