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Rime | 119 |
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Et l’un pianeto né[1] l’altro martiri
O nòi[2] natura in quanto à DioFonte/commento: editio maior prescripto.
El ciel sue leggi observi circumscripto[3]:5
Non si dimostri tal che l’uom sospiri[4],
Non forse altra il certo ordin circumspiri
L’ira di DioFonte/commento: editio maior[5], come fe’ già in Egypto.
L’umane gregge[6] dal temer constrecte,
Non però di veder mente matura[7],10
Dal vitio con ragion tornan correcte,
Però che par sol di virtù misura;
Ma contra conscienza si commetteFonte/commento: editio maior
Et, riposato il ciel, sen va paura.
Così per entro uno scuro et un raggio15
Ci porta arbitrio a pace et a dannaggio[8].
RISPOSTA DI MAESTRO ANTONIO DA FERRARA[9].
Il cielo e ’l firmamento suo sta dritto
Et guarda le sue rote che nol giri
- ↑ Non è negativo, ma copulativo.
- ↑ «Annoi, affligga.» Il soggetto della proposizione è natura.
- ↑ Il cielo circoscritto è l’insieme dei nove cieli circoscritti alla terra.
- ↑ «Avverso agli uomini.»
- ↑ «A meno che (non forse) l’ira di Dio non spiri contro l’ordine assegnato.»
- ↑ Gl’ignoranti.
- ↑ Mente matura, «maturamente.»
- ↑ Ecco il concetto dei vv. 9-16: «Sono gl’ignoranti che si correggono dal vizio, per paura e non per maturità di riflessione, solo quando vedono i cieli infuriare, come se ciò fosse effetto di virtù: e così le tenebre e il sereno possono indurre al bene ed al male.»
- ↑ Par che questo bizzarro rimatore e uomo di corte fosse bandito da Bologna, ove dimorava, nel marzo 1344, in seguito