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Se ’nnanzi ch’e’ sospinga la saetta
Ti dà le prese[1] ne’ dilecti tuoi,10
Prendi ’l vantaggio et a poter l’onora.
Chi di fanciulla vergine innamora
Con dubbio segue gli sembianti suoi,
Però che rado attien quel che prometta.
Onde io ti dico, come a padre figlio,15
Che per la vedova abandoni il giglio[2].
LXXXII.
Dietro al pastor d’Ameto[3] alle materne
Ombre scendea quel che ad Agenore
Furtò la figlia[4], quella, il cui valore
Nei mur troiani anchor vi si discerne[5]:
- ↑ «La scelta della mossa.»
- ↑ La pulzella.
- ↑ Apollo, cioè il sole. ‘Chiama Apollo il pastor d’Ameto alludendo alla favola delicatamente toccata da Tibullo’ (Baldelli). Ameto è forma medievale comune del nome greco Admeto. Nella Fiammetta (I) si legge di Febo: ‘ultimamente, rinchiusa la sua gran luce sotto la forma d’un picciolo pastore, innamorato, guardò li armenti di Ameto’.
- ↑ La figlia d’Agenore fu Europa. ‘Dice Europa quella il cui valore Nei mur troiani anchor vi si discerne giuocando con poco gusto sul nome e della figlia d’Agenore, e della Nazione che si mosse a distrugger Troia’ (Baldelli). Quel che furtò Europa è il Toro, che qui ‘sta per il secondo segno dello Zodiaco’ (Torraca). Anche nell’Ameto questo è designato, con la medesima perifrasi mitologica, come il ‘rubatore di Europa’.
- ↑ Il senso di questa quartina è pienamente chiarito da quanto si è osservato nelle due note precedenti: «Dietro al sole tramontava il Toro», ossia: «Era la sera, trovandosi il sole in un grado della costellazione del Toro (tra la metà d’aprile e la metà di maggio).»
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