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Rime 125

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Se ’nnanzi ch’e’ sospinga la saetta
  Ti dà le prese[1] ne’ dilecti tuoi,10
  Prendi ’l vantaggio et a poter l’onora.
  Chi di fanciulla vergine innamora
  Con dubbio segue gli sembianti suoi,
  Però che rado attien quel che prometta.
Onde io ti dico, come a padre figlio,15
  Che per la vedova abandoni il giglio[2].


LXXXII.

Dietro al pastor d’Ameto[3] alle materne
  Ombre scendea quel che ad Agenore
  Furtò la figlia[4], quella, il cui valore
  Nei mur troiani anchor vi si discerne[5]:


  1. «La scelta della mossa.»
  2. La pulzella.
  3. Apollo, cioè il sole. ‘Chiama Apollo il pastor d’Ameto alludendo alla favola delicatamente toccata da Tibullo’ (Baldelli). Ameto è forma medievale comune del nome greco Admeto. Nella Fiammetta (I) si legge di Febo: ‘ultimamente, rinchiusa la sua gran luce sotto la forma d’un picciolo pastore, innamorato, guardò li armenti di Ameto’.
  4. La figlia d’Agenore fu Europa. ‘Dice Europa quella il cui valore Nei mur troiani anchor vi si discerne giuocando con poco gusto sul nome e della figlia d’Agenore, e della Nazione che si mosse a distrugger Troia’ (Baldelli). Quel che furtò Europa è il Toro, che qui ‘sta per il secondo segno dello Zodiaco’ (Torraca). Anche nell’Ameto questo è designato, con la medesima perifrasi mitologica, come il ‘rubatore di Europa’.
  5. Il senso di questa quartina è pienamente chiarito da quanto si è osservato nelle due note precedenti: «Dietro al sole tramontava il Toro», ossia: «Era la sera, trovandosi il sole in un grado della costellazione del Toro (tra la metà d’aprile e la metà di maggio).»
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