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Rime 145

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  Et mi dorrò di non aver potuto
  Di quelle[1] farmi, faticando, degno.


CIX.

Dura cosa è et horribile assai
  La morte ad aspettare, et paurosa,
  Ma così certa et infallibil cosa
  Né fu né è né, credo, sarà mai;
  E ’l corso della vita è breve, ch’ài,5
  Et volger non si può né dargli posa[2];
  Né qui[3] si vede cosa sì gioiosa,
  Che ’l suo fine non sia lagrime et guai.
Dunque perché con operar valore
  Non c’ingegniamo di stender la fama10
  Et con quella far lunghi e brevi giorni?
  Questa ne dà, questa ne serva[4] honore,
  Questa ne lieva degli anni la squama,
  Questa ne fa di lunga vita adorni.


CX.

Assai sem raggirati in alto mare,[5]
  Et quanto possan gli empiti de’ venti,
  L’onde commosse et i fier accidenti,


  1. Sempre dell’alloro.
  2. «Non si può volgerlo indietro né arrestarne il trapasso.»
  3. Al mondo.
  4. «Conserva.»
  5. In mezzo alle tempestose passioni della vita.
10. — Classici italiani, N. 1.

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